Il concetto di casa ha le sue fondamenta sul senso di sicurezza ispirato, oltre che da ciò che ci è familiare e dunque ci risulta rassicurante, dalla solidità strutturale di un edificio in cui ci sentiamo istintivamente protetti. Terremoti, incendi, alluvioni, tornado, tifoni, tsunami portano alla luce le falle del nostro guscio, il nido che crediamo inattaccabile si rivela improvvisamente un luogo insidioso e fragile.
Ma c’è un modo per far fronte alla furia delle natura, alla forza dirompente degli elementi: costruire nel rispetto delle regole e dell’integrazione con il territorio, in aree non a rischio, adattando materiali, forma, biodinamicità ad eventi meteorologici sempre più estremi, come quelli cui stiamo assistendo negli ultimi mesi e che in molti casi ci trovano impreparati. Su questa scia si colloca lil progetto che vi presentiamo oggi: una casa anfibio in grado di affrontare le alluvioni. Come?
Molto semplice: galleggia. Di fronte a giorni e giorni di piogge incessanti che inondano le strade di acqua, trasformando le auto in zattere e trascinando di tutto, invece di cercare un rifugio, un appiglio, vi solleverete da terra e resterete in casa perché è un posto sicuro, è mutante, è una scialuppa di salvataggio. Non possiamo garantire che rimarrete allo stesso numero civico e magari il postino non vi troverà ma sarete salvi. L’idea è del Governo thailandese che ha commissionato a due studi di architettura la ricerca di una soluzione definitiva ai disastri in caso di alluvione.
Gli edifici progettati dal Site Specific and Prefab Laboratory verrebbero costruiti su una piattaforma prefabbricata che costituisce il sistema di galleggiamento, installata in una trincea scavata sotto l’abitazione che, in caso di alluvione, si riempie d’acqua gradualmente e, raggiunta la soglia limite, solleva anche la casa. Il resto dei giorni sembra una casa esattamente come le altre. Anzi molto meglio delle altre, dal momento che dispone di sistemi per la raccolta di acqua piovana, impianti solari termici ed eolici autonomi che permettono di fornire energia alla casa anche quando i sistemi generali vanno in tilt come avviene spesso in caso di alluvione. Inoltre le case verrebbero costruite in gruppi di 5-10 edifici, mini-comunità che potrebbero aiutarsi in caso di disastro e riunirsi rendendo più agevoli anche i soccorsi e favorendo uno spirito di solidarietà impensabile nei grandi agglomerati.
[Fonte: Amphibious House]
aronne 2 Gennaio 2014 il 5:38 pm
Sai quanto c mettono i detriti di un alluvione a mandarti a zampe per aria la casa uauahuah