Carne in vitro, a Londra si terrà a breve un grande party con burger creati in laboratorio, molto costosi, molto più ecosostenibili. Ma è davvero necessaria la carne in vitro?
La carne in vitro è una questione che in parte divide ecologisti, animalisti, vegetariani e vegani. Da un lato abbiamo un’evidenza innegabile: la produzione di carne e derivati è insostenibile, è la prima causa del riscaldamento globale del pianeta (come più volte ricordato dall’UNEP, anche se molti tendono a far finta di non sentire), occupa una enorme quantità di suolo, comporta sprechi idrici, è causa diretta e indiretta di deforestazione e desertificazione, e si potrebbe continuare per non poco.
Ma è davvero necessaria? A breve a Londra si terrà un grande parti con burger creati in laboratorio che costano all’incirca 250 pound ciascuno. Nell’evento la carne di laboratorio è presentata come la carne del futuro dagli scienziati coinvolti nel progetto, che sperano che in un periodo compreso tra i 5 e i 10 anni la carne sintetica possa giungere nei supermercati.
Il professor Post ha ricordato che a oggi utilizziamo il 70% di tutta la nostra capacità agricola per alimentare gli animali da macello. Oltre a questo, sottolinea altri fattori da noi ricordati che rendono un cambiamento nel settore essenziale per il futuro.
Tra ecologisti e animalisti non sono in pochi a pensare, tuttavia, che esiste una soluzione più semplice, più genuina, più naturale: evitare di consumare carne. Portare avanti una dieta vegetariana o vegana equilibrata elimina alla radice la necessità di assumere carne animale, e tuttavia, molti altri sono sostanzialmente favorevoli alla “carne tecnologica”. Se dovesse davvero prendere piede le conseguenze positive sarebbero numerose.
Val la pena di citare tuttavia un’altra posizione: quella di coloro che ritengono che alla base di tutto ci sia la disinformazione alimentare. Bisognerebbe diffondere la volontà di una nutrizione più sana, etica ed ecosostenibile, mentre questa ricerca di sostitutivi alimenta l’idea di una difficoltà nell’abbandonare la dieta iperproteica dei nostri giorni, difficoltà in realtà, secondo molti, assolutamente esagerata.
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