Lo scandalo della carne di cavallo spacciata per carne di manzo si allarga sempre di più ed ora non tocca solo le grandi multinazionali dei prodotti surgelati, ma arriva anche nelle piccole produzioni di carne fresca. L’ultima scoperta è avvenuta a Como, ma la carne in questione proveniva da un’azienda di Usmate, in provincia di Monza Brianza. Gli inquirenti hanno scoperto tracce di dna equino in alcuni pacchi di pasta fresca ripiena, e subito è scattato il sequestro.
Per la precisione il prodotto incriminato è il “Piemontesimo al vitello”, venduto in un ipermercato di Turate, vicino Como. Sulla confezione ovviamente l’unico tipo di carne pubblicizzato era quello di vitello, e così il reato per ora riguarda soltanto le informazioni errate sull’etichetta. Di qui si è passati al sequestro di oltre 2 quintali di carne che verranno sottoposte ai test dei Nas. In teoria dovrebbero essere solo di vitello o bovino adulto, ma se fossero confermate le prime ricerche che parlavano di tracce di dna equino, vuol dire che ci troveremmo di fronte ad un nuovo caso italiano dello scandalo che ha ormai coinvolto tutta l’Europa.
L’importante attività di controllo svolta dai Nas deve essere accompagnata da misure strutturali come l’obbligo di indicare in etichetta la provenienza degli alimenti ritenuta importante dal 71 per cento dei cittadini europei secondo Eurobarometro, di fronte ad una emergenza che ha già coinvolto quasi duecento confezioni di prodotti a base di carne in 24 diversi paesi. Lo scandalo della carne di cavallo ha messo in evidenza l’esistenza di un giro vorticoso di partite di carne che si spostano da un capo all’altro dell’Europa attraverso intermediazioni poco trasparenti
denuncia la Coldiretti che da anni protesta contro le leggi europee non all’altezza della situazione attuale, e contro una legislazione inadeguata che ha permesso a pochi furbi senza scrupoli di mettere in pericolo la salute dei cittadini europei.
[Fonte: Repubblica]
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