Centoventimila persone muoiono in India ogni anno a causa del carbone. È come se una città di discrete dimensioni come Salerno sparisse ogni anno per un unico motivo: l’aria che respira. Sì perché secondo le stime di Greenpeace a tanto ammontano le persone che ogni anno in India perdono la vita a causa dei fumi tossici delle industrie energetiche a carbone. Senza calcolare il numero delle persone che non muoiono, ma si ammalano.
Una stima approssimativa calcola in 20 milioni le persone che soffrono di asma nel Paese sempre per la stessa causa. In termini monetari il danno per la collettività ammonta a circa 3 miliardi di euro. Lo studio ha preso in considerazione i dati sulle emissioni di 111 centrali a carbone in tutto il Paese che è il secondo produttore mondiale di energia da questo fossile, dopo la Cina. La sua capacità produttiva generale è di 210 GW di elettricità ogni anno, la maggior parte dei quali deriva proprio dsl carbone, e forse è anche peggio lo sguardo sul futuro: è allo studio un piano per aumentare l’elettricità di ulteri 160 GW, anche questi alimentati dal fossile più inquinante che esista.
Migliaia di vite potrebbero essere salvate ogni anno se l’India stringesse le sue norme sulle emissioni, introducendo limiti per le sostanze inquinanti come il biossido di zolfo, ossidi di azoto e il mercurio ed il monitoraggio obbligatorio delle emissioni degli impianti
afferma l’autore del rapporto Sarath Guttikunda, ex capo della divisione inquinamento della Banca Mondiale. Nonostante un tasso di inquinamento impressionante per produrre energia, l’ironia della sorte vuole che ancora nel Paese asiatico 400 milioni di persone non vengano nemmeno raggiunte dall’elettricità. Per questo una prospettiva di allargamento delle centrali a carbone per raggiungere quasi tutta la popolazione spaventa non poco gli osservatori mondiali che sono ben consapevoli che se si continuasse ad investire solo in questo campo, le emissioni andrebbero completamente fuori controllo.
[Fonte: the Guardian]
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