L’idea del carbon credits, cioè acquistare i diritti ad inquinare, è piaciuta in tutto il mondo, ma non è stata adottata quasi da nessuna parte. La legge è semplice: più inquini e più paghi. Il problema è che gli Stati Uniti non l’hanno ratificata, nonostante ne discutano da oltre un anno, la Cina manco a dirlo, ed in Europa, dove l’idea è nata, è diventata legge, ma è talmente leggera che è come se non esistesse. Da oggi però qualcosa potrebbe cambiare in quanto si sta pensando di renderla molto più onerosa.
Agli ambientalisti infatti si sono aggiunte le aziende che utilizzano le energie rinnovabili nel gioco della “pressione” sui vertici dell’UE per stabilire un mercato del carbonio più equo, che pesi molto di più sulle tasche delle aziende inquinanti. Attualmente infatti per ogni tonnellata di carbonio emessa, le aziende pagano meno di 7 euro all’anno, cifre abbastanza ridicole. Per questo la proposta è di aumentare dalle 3 alle 6 volte questa soglia, e cioè proporre un range che vada da non meno di 20 euro a tonnellata ad un massimo di 50.
Anche se la votazione ancora non si è tenuta, pare che ci sia un accordo trasversale. Quasi tutti vogliono votare a favore di questa risoluzione. Solo i rappresentanti dell’industria pesante non sono d’accordo, ma comunque almeno per ora possono stare tranquilli perché prima dell’entrata in vigore di questa legge ci vorrà almeno un anno, il tempo di realizzare l’iter definitivo che prevede un’ulteriore votazione finale.
L’obiettivo è di favorire le rinnovabili, spingendo le aziende ad inquinare meno e fornirsi di fonti pulite, anche nel tentativo di raggiungere gli obiettivi sulla riduzione dell’inquinamento previsti per il 2020, ed anche l’obiettivo del raggiungimento della quota totale di energia proveniente dalla rinnovabili al 20%. Purtroppo non vedremo entrare in vigore questa legge prima del 2013, ma è sicuramente meglio della situazione attuale.
[Fonte: The Guardian]
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