I rifiuti prodotti ogni giorno da parrucchieri e barbieri di tutto il mondo, peli della barba, capelli, potrebbero presto trovare un possibile reimpiego come fertilizzante per le piante uniti a compost.
E’ quanto afferma una recente ricerca condotta da un team di studiosi della Mississippi State University, coordinato da Vlatcho D. Zheljazkov, con la partecipazione di Juan L. Silva, Mandar Patel, Jelena Stojanovic, Youkai. Lu, Taejo Kim, e Thomas Horgan.
Lo studio intitolato Human Hair as a Nutrient Source for Horticultural Crops è stato pubblicato su HortTechnology ed apre una nuova strada ecologica nel campo dei concimi naturali.
La produzione agricola vegetale si basa ora sull’utilizzo di materiali provenienti dal compostaggio dei rifiuti e di sottoprodotti come rifiuti solidi urbani, letame, il tutto serve a fornire alla piante le sostanze nutritive necessarie alla loro crescita e sostentamento.
Questo studio ha dimostrato che i capelli umani, rifiuti immediatamente disponibili provenienti da barbieri e parrrucchieri, se combinati con l’aggiunta di compost, rappresentano una potenziale ulteriore fonte di nutrienti per le colture.
Sebbene capelli e peli umani siano già disponibili in commercio per i produttori agricoli da ben due anni, non era ancora stato dimostrato che potessero essere un’esclusiva fonte di nutrienti anche per le coltivazioni nelle serre.
Lo studio ha confrontato la produttività e la resa agricola di alcuni ortaggi coltivati utilizzando i capelli come fertilizzanti con altri ortaggi resi fertili da composti inorganici e altri non fertilizzati affatto. I risultati hanno dimostrato che se le piante concimate con i capelli crescevano meglio di quelle non trattate da concimi, erano tuttavia inferiori in crescita ai vegetali cresciuti con fertilizzanti inorganici.
Gli studiosi hanno dunque concluso che i capelli da soli non bastano come fonte di nutrienti, ma vanno uniti a compost, solo allora diventano un potente fertilizzante.
A causa di possibili preoccupazioni per la salute, ulteriori ricerche si rivelano necessarie per determinare se i rifiuti di capelli umani siano una valida opzione come fertilizzante per le colture commestibili.
Alica 1 Marzo 2017 il 12:49 am
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