Recenti dati mostrano che l’equilibrio tra la concentrazione dell’aria e la frazione assorbita di biossido di carbonio è rimasta approssimativamente costante dal 1850, nonostante le emissioni di biossido di carbonio siano passate da circa 2 miliardi di tonnellate all’anno nel 1850 a 35 miliardi di tonnellate all’anno di oggi. Questo suggerisce che gli ecosistemi terrestri e degli oceani hanno una capacità maggiore di assorbimento di CO2, più di quanto non fosse stato previsto in precedenza.
I risultati si pongono in contrasto ad un corpus significativo di ricerche recenti, che si aspettano che la capacità degli ecosistemi terrestri e degli oceani di assorbire CO2 dovrebbe iniziare a diminuire in quanto le emissioni di CO2 aumentano, lasciando che i livelli di gas ad effetto serra salgano sempre più. Il dr Wolfgang Knorr dell’Università di Bristol ha rilevato che in realtà l’andamento della frazione aerea dal 1850 è stata solo 0,7 ± 1,4% per decennio, che è sostanzialmente pari a zero.
La forza di questo nuovo studio, pubblicato sulla rivista Geophysical Research Letters, è che esso si basa unicamente sulle misurazioni e dati statistici, comprese le registrazioni storiche estratte dal ghiaccio antartico, e non si basa su calcoli con modelli climatici complessi.
Questo lavoro è estremamente importante per la politica del cambiamento climatico, in quanto gli obiettivi di emissione che saranno negoziati alle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici che si terranno a Copenaghen, ai primi di dicembre, si sono basati su proiezioni che hanno un previsto un “serbatoio di carbonio” già completamente pieno. Alcuni ricercatori hanno messo in guardia contro questo approccio, indicando prove che suggeriscono che il declino è già iniziato.
Quindi questa è una buona notizia per i negoziati sul clima a Copenaghen? “Non necessariamente”, dice Knorr.
Come tutti gli studi di questo tipo, ci sono incertezze nei dati, così anziché basarsi su di un servizio gratuito fornito dalla Natura che assorbe il nostro carbonio, abbiamo bisogno di capire perché la percentuale che può essere assorbita non è cambiata.
Un altro risultato dello studio è che le emissioni dovute alla deforestazione potrebbero essere state sovrastimate tra il 18 ed il 75%. Questo confermerebbe i risultati pubblicati la scorsa settimana su Nature Geoscience da un team guidato da Guido van der Werf della VU University di Amsterdam, che ha rivisitato i dati sulla deforestazione e ha concluso che le emissioni sono state sopravvalutate di almeno un fattore di due.
Fonte: [Sciencedaily]