La presenza di canyon sottomarini – incisioni lungo coste e fondali – è nota da tempo: si calcola che ce ne siano circa ottocento in tutti gli abissi e un centinaio, in particolare, nel Mar Mediterraneo.
Si tratta di canali che incidono i fondali dalle coste fino al centro del bacino: li troviamo lungo la Scarpata di Malta, le coste della Francia, della Spagna, dell’Egitto e del Libano.
Grazie alle nuove tecnologie si sono potuti studiare meglio questi canyon sottomarini e valutare anche i rischi che potrebbero comportare. Secondo gli scienziati c’è da porre attenzione alla situazione della Calabria perché, come sottolinea Silvia Ceramicola, geologa marina presso l’Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale: “È un caso unico al mondo e lo abbiamo scoperto da poco. Il settore marino si sta abbassando, mentre quello emerso si sta sollevando, e questo genera una costa molto dinamica. Sospettiamo che qui i canyon si stiano sviluppando rapidamente”.
Stando ai dati, a Cirò Marina, in Calabria (in foto), uno di questi canyon sta progredendo molto rapidamente verso il porto, per esempio; altri canyon si trovano nei pressi dello Stretto di Messina, ma anche a Ischia e all’Asinara. E non dimentichiamo quello di Gioia Tauro che nel 1977 originò una frana sottomarina la cui corrente danneggiò il porto e alcuni cavi sottomarini.
In pratica, nel corso delle tempeste vanno a innescarsi forti correnti sottomarine e i canyon erodono i fondali progredendo a un ritmo ci un metro al giorno verso la costa; poi si calmano, anche per un anno, e riprendono. Questo comporta, come si può facilmente arguire, rischi per porti, strade e ferrovie.
A oggi non si sa molto della dinamica dei canyon sottomarini, per cui la cosa più importante da fare è monitorarli.
Via | Repubblica
Foto | Google Maps
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