Yes, we can. L’ormai famoso motto del neoeletto presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, infonde fiducia e ottimismo, anche negli altri Paesi, tranne forse nel nostro, come leggevo nei commenti rilasciati sul New York Times, relativamente alle polemiche sull’abbronzatura di Obama, la carineria di Berlusconi. Un lettore italiano ha sintetizzato in una sola frase, il nostro stato d’animo frustrato e imbavagliato: We can’t.
Ebbene, fortunatamente, nei Paesi civili, they can, si pensa già ad un’adesione ad un eventuale programma del partito democratico americano, che faccia fronte al fenomeno allarmante del riscaldamento globale.
Soprattutto nei Paesi i cui governi, a differenza del nostro, hanno ospitato Obama e parteggiato dichiaratamente per la sua vittoria, già prima che questa fosse certa e dichiarata (noi nel frattempo, mentre tutto il mondo pregava per l’elezione di Obama, facevamo costosi regali a Bush a spese dei contribuenti, rappresentati, bene o male, dal nostro illustre premier viso pallido, è una carineria anche la mia!).
A dichiarare la volontà di perseguire intenti comuni contro la crisi ambientale e l’annoso problema delle emissioni, in prima linea ci sono il Canada e la Germania.
Il ministro dell’ambiente canadese, Jim Prentice, auspica infatti che tra Stati Uniti e Canada ci sia un’intesa comune sulla riduzione delle emissioni, un accordo simile a quello ben riuscito relativo alla gestione del fenomeno delle piogge acide, siglato tra i due Paesi limitrofi nel 1990.
La Germania, dal canto suo, ha espresso nelle parole del ministro degli esteri Frank-Walter Steinmeier, l’auspicio ad una politica ambientale condivisa con gli Stati Uniti di Obama, augurandosi che il neoeletto presidente dicesse sul serio, quando parlava di seri provvedimenti a livello globale.
Il riscaldamento globale, per Steinmeier va affrontato insieme o sarà un misero fallimento collettivo. Un’era di apertura e di speranza, quella inaugurata dall’elezione di Obama, ancora più significativa perchè pone il Paese fino a ieri più inquinante e restio al cambiamento di rotta come il più propositivo e collaborativo in materia ambientale. Chi lo avrebbe mai detto? Yes, we can!
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