La Camera Nazionale della Moda ha di recente diffuso il proprio decalogo della sostenibilità, che sta già raccogliendo pareri favorevoli tra varie associazioni ambientaliste. L’obiettivo del manifesto è quello di cominciare a definire una via sostenibile anche per la moda, al fine di ottimizzare gli interi processi produttivi per migliorare l’ecocompatibilità delle filiere.
La Camera Nazionale della Moda lancia il decalogo della sostenibilità, un primo passo verso una nuova via, che possa portare anche il mondo della moda a standard differenti, più green. Ecco i punti del decalogo. 1: Design, disegare prodotti di qualità che possano durare a lungo e minimizzino gli impatti sugli ecosistemi. 2: Scelta delle materie prime, utilizzare materie prime, materiali e tessuti ad alto valore ambientale e sociale. 3: Lavorazione delle materie prime e produzione, ridurre gli impatti ambientali e sociali delle attività e riconoscere il contributo di ognuno al valore del prodotto. 4: Distribuzione, marketing, vendita, includere criteri di sostenibilità lungo tutto il percorso del tuo prodotto verso il cliente. 5: Sistemi di gestione, impegnarsi verso il miglioramento continuo delle prestazioni aziendali.
E poi ancora, 6: Moda e sistema paese, sostenere il territorio e il made in Italy. 7: Etica d’impresa, integrare i valori universali nel marchio. 8: Trasparenza, comunicare agli stakeholder in modo trasparente il proprio impegno verso la sostenibilità. 9: Educazione, promuovere l’etica e la sostenibilità presso i consumatori e gli altri interlocutori. E infine 10: Far vivere il manifesto. Diffonderlo, metterlo in pratica con costanza.
Non c’è dubbio che non si può che accogliere con favore questo decalogo presentato dalla Camera Nazionale della Moda, che finalmente decide di scendere in campo verso il miglioramento dei propri standard di sostenibilità ambientale. Il manifesto è stato accolto con favore parziale anche dalle associazioni animaliste, che però ricordano a gran voce che il costo delle pellicce animali, anche in termini ambientali, è di gran lunga maggiore rispetto a quello delle pellicce sintetiche. Ma su questo punto, probabilmente, ci sarà ancora da aspettare a lungo.
Photo credits | Edgar Dacosta su Flickr
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