Il clima è per natura mutevole, non è certo una novità degli ultimi anni. Oggi piuttosto a cambiare è la percezione dei disastri climatici, trasmessi in mondovisione, terribilmente vicini, ci toccano le alluvioni, basti citare la recente tragedia avvenuta in Veneto, ci tocca la scomparsa di animali anche sconosciuti ai più prima che corressero il rischio di estinguersi, tutto perché questi temi sono ipertrattati. Come è giusto che sia, perché se l’uomo ha delle responsabilità in quanto sta accadendo è bene che non metta la testa sotto la sabbia e se ne assuma il peso e gli oneri.
E certo non si può negare che, malgrado le precipitazioni siano particolarmente abbondanti negli ultimi anni, il dissesto idrogeologico è provocato da una cattiva gestione del territorio che reca lo zampino umano. La cementificazione selvaggia del nostro Paese è sotto gli occhi di chiunque voglia vedere ma troppi interessi non frenano la corsa insensata al mattone a discapito della riqualificazione energetica degli edifici esistenti.
Tornando ai cambiamenti climatici, dicevamo che ci toccano da vicino, intaccando spesso anche quei sapori e quei colori a cui eravamo abituati. Basti pensare alla recente diatriba che si è aperta nel mondo scientifico sulla perdita o meno di colore delle foglie degli alberi attribuito dagli esperti allo smog ed alle temperature più alte. Oggi ci arriva notizia che il riscaldamento globale sta colpendo un’altra delle piccole cose a noi vicine: la bevanda che riscalda i freddi pomeriggi e/o fa parte della prima colazione di molti. Parliamo del tè, nello specifico la varietà di Assam.
L’allarme lanciato dai coltivatori indiani vede ancora una volta sul banco degli imputati l’aumento delle temperature. Siamo nello stato nord-orientale dell’Assam che conta oltre 850 giardini, migliaia di ettari coltivati a tè che forniscono la maggior parte del raccolto del Paese.
L’area, generalmente caratterizzata dalle abbondanti piogge, si configura da decenni come il posto ideale per coltivare il tè, se non fosse che negli ultimi sessant’anni, le precipitazioni sono diminuite di oltre un quinto e la temperatura minima è aumentata di un grado arrivando a sfiorare i 19,5 ° C.
Non sembrano certe temperature estreme, ma per le piantagioni anche un grado fa la differenza. La resa, secondo quanto dichiarato dai coltivatori, è in vertiginoso calo e l’alta percentuale di umidità mina il sapore caratteristico della bevanda, sempre meno forte.
Stando al parere di Debakanta Handique, scienziato che si occupa di clima, la causa del declino della produzione del tè, è chiaramente il cambiamento climatico.
Il Tea Board of India ha riferito di aver registrato un costante declino della produzione del tè in questi ultimi anni. Nel 2007, Assam ha prodotto 512.000 tonnellate di tè. Nel 2008 487.000 tonnellate, con una produzione stimata nel 2009 di 445.000 tonnellate. Un’ulteriore diminuzione è prevista per quest’anno.
Mridul Hazarika, direttore del Tocklai Tea Research, la più antica stazione di ricerca del tè nel mondo, ha detto che le precipitazioni e la temperatura minima sono sempre stati due dei fattori più determinanti per la qualità e la quantità dei raccolti.
Tuttavia è lo stesso Hazarika a sottolineare come le alterazioni del sapore non sono imputabili solo al cambiamento climatico:
Altri fattori, come i fertilizzanti usati ed i metodi di coltivazione potrebbero essere in parte responsabili.
Il gusto alterato del tè di Assam è una preoccupazione seria per i coltivatori. Parla per tutti Sudipta Nayan Goswamiha che spiega come
Il sapore sia cambiato da come era prima. Il sapore cremoso e forte non c’è più. C’è una grande richiesta di tè Assam all’estero, e questo è dovuto al sapore caratteristico. Le alterazioni in atto ostacolano fortemente la domanda di questa varietà di tè all’estero.
[Fonte: The Hindu]