In Europa, la maggior parte delle specie di pesci migratori che completano il loro ciclo tra il mare e il fiume sono attualmente in pericolo. Sebbene i programmi di recupero e salvaguardia siano stati avviati da tempo, il futuro nella distribuzione di queste specie può subire delle drastiche modifiche a causa dei cambiamenti climatici. Al Bordeaux Cemagref, gli scienziati hanno sviluppato dei modelli biogeografici per prevedere quale potrebbe essere la loro effettiva distribuzione nel 2100.
Lo studio dei pesci migratori è degno di nota in quanto per completare il loro ciclo vitale usano sia il mare che gli ambienti d’acqua dolce. A partire dal’ultima era glaciale 18.000 anni fa, questo ha permesso loro di colonizzare progressivamente tutta l’Europa. Tuttavia, la pesca eccessiva, lo sviluppo delle attività marittime e fluviali e il conseguente inquinamento delle acque hanno contribuito a far regredire le popolazioni di pesci migratori con il risultato che oggi la maggior parte di queste specie è in serio pericolo.
Inoltre, essi devono adattarsi al riscaldamento globale, già coinvolto nel ridotto numero di esemplari di alcune specie. Per identificare le specie sensibili che possono essere le più colpite da questo cambiamento climatico e la loro futura distribuzione geografica, gli scienziati hanno simulato un possibile modello climatico che tenga conto dell’aumento delle temperature in costante crescita e della variazione delle precipitazioni.
In primo luogo, i ricercatori del Cemagref hanno censito le specie di pesci migratori in tutta Europa, in Medio Oriente e Nord Africa. Successivamente hanno studiato la distribuzione dei pesci in 200 bacini idrografici e come questa fosse suscettibile di cambiamenti sulla base dei mutamenti climatici. Nel 2100 gli studiosi hanno previsto che se la temperatura aumentasse tra gli 1 e i 7° C, ci sarebbe una vera e propria rivoluzione nella distribuzione delle specie, quasi per tutti i pesci migratori si tratterebbe di un cambiamento in negativo, che potrebbe portare ad una rapida estinzione. Ecco perchè risulta fondamentale ripristinare al più presto gli habitat di queste specie, diminuendo l’inquinamento delle acque e proteggendo dallo sfruttamento della pesca illegale i pesci a rischio.