In vista della conferenza delle Nazioni Unite di Parigi dal 30 novembre all’11 dicembre prossimi, Expo 2015 si è interrogata sul riscaldamento globale e sulle strategie per far fronte ai cambiamenti climatici.
Il Padiglione del Regno Unito, infatti, ha organizzato un dibattito dal titolo COP 21 Climate Summit: 100m sprint or starting gun for the marathon? Tra gli interventi sottolineiamo quello di Lord Nicholas Stern, economista e autore di uno dei più famosi rapporti sui costi economici dei cambiamenti climatici, che proprio in questi giorni ha pubblicato un libro dal titolo Why we are waiting? – The logic, urgency, and promise of tackling climate change. Stern ha affermato che bisogna “spezzare il legame tra crescita economica e questione ambientale”: a causa dell’inquinamento da combustibili fossili, già oggi “tre milioni di persone muoiono ogni anno. Vivere nelle città cinesi è come fumare quaranta sigarette al giorno, ma non va bene nemmeno in India o a Londra”.
Dal canto suo Janos Pasztor, assistente del Segretario Generale per i cambiamenti climatici alle Nazioni Unite, ha annunciato che sono già 151 i Paesi ad aver inviato i loro INDCs (Intended Nationally Determined Contributions), vale a dire proposte di riduzione dei gas serra da sottoporre ai negoziati che si terranno a Parigi. A tal proposito c’è da evidenziare che anche la Cina è diventata parte proattiva grazie all’attenzione e all’aumento della consapevolezza dei suoi cittadini sugli effetti negativi dello sfruttamento dei combustibili fossili, in particolare del carbone.
E a proposito del carbone, tutti i relatori presenti all’incontro di Expo si sono detti d’accordo che si deve porre fine all’era del carbone quanto prima, anche prima dei prossimi dieci anni perché, come ha sottolineato Stern, “il carbone uccide durante la fase di estrazione, uccide quando viene bruciato per produrre energia e ucciderà ancora in futuro”.
Via | Expo 2015