Caldo e siccità sono stati i due caratteri più marcati del clima italiano nel 2015. I dati preoccupanti del rapporto Gli indicatori del clima in Italia dell'ISPRA.
Clima caldo con temperature medie ancora in crescita e prolungati periodi di siccità. Sono questi due degli elementi più preoccupanti sul clima italiano che emergono dall’undicesima edizione del rapporto ‘Gli indicatori del clima in Italia‘ redatto dall’ISPRA e pubblicato nelle scorse ore. I dati oggetto dello studio si riferiscono al 2015, un anno che ha registrato un nuovo record assoluto per la temperatura media annuale. Dati preoccupanti arrivano anche dall’analisi delle precipitazioni che sempre nel 2015 sono state inferiori alla media su quasi tutto il territorio nazionale anche per effetto di prolungati periodi di siccità. Anomalie del clima italiano che trovano riscontro anche in quadro generale che ha visto il 2015 battere ogni record in termini di temperatura media del globo.
Un caldo 2015
Ad inizio anno i dati del progetto GISS della NASA avevano chiaramente etichettato il 2015 come l’anno più caldo della storia a partire dal 1880 con una variazione positiva della temperatura media della Terra di 0,8 gradi superiore rispetto ai valori di riferimento periodo 1951 – 1980. Un riscaldamento globale che si è manifestato anche in Italia con anomalie termiche significative.
Secondo i dati del rapporto ISPRA il 2015 è infatti risultato l’anno più caldo dell’intera serie di dati che parte dal 1961. Rispetto ai valori medi del trentennio 1961-1990, lo scorso anno si è registrata una anomalia termica di +1,58°C. Il dato medio del 2015 è stato leggermente superiore a quello del 2014 a sua volta anno record per quanto riguarda il caldo in Italia. Con il 2015 salgono a ben 24 gli anni consecutivi caratterizzati da una anomalia termica positiva rispetto ai valori medi di riferimento. L’ultima variazione negativa è stata infatti registrata nel 1991
L’anomalia termica non ha coinvolto il territorio italiano in maniera omogenea ma si è manifestata con una sorta di gradiente decrescente dal nord verso il sud. In questo senso lo scostamento dalla media è massimo per le regioni del nord (+2,07°C) passa per i +1,70°C delle regioni del centro e raggiunge un minimo di +1,28°C per le regioni del sud e le isola maggiori.
Il 2015 come anno caldo del clima si è manifestato per tutte e quattro le stagioni con pochissime eccezioni. L’anomalia più marcata si è manifestata durante la stagione estiva (+2,53°C rispetto alla media). Luglio in particolare si è caratterizzato come il mese con l’anomalia termica più marcata con una variazione rispetto alla media di +4,31°C al nord, di +4,27°C al centro e di +2,88°C al sud e sulle isole. È stato invece settembre il mese del 2015 più in linea con i valori medi per le regioni del nord con uno scostamento dalla media di -0,11°C. Minimo scostamento dalla media che per il centro e per il sud ed isole si è invece registrato a febbraio con variazioni rispettivamente pari a +0,36°C e -0,55°C.
Più in generale tutti i mesi del 2015 hanno registrato temperature medie superiori alla media con le sole eccezioni del mese di settembre al nord e del mese di febbraio al sud e sulle isole.
Un processo di riscaldamento che parte dagli anni ’80
La temperatura media più bassa registrata in Italia nel 2015 è di -4,6°C registrata a Pian Rosà in provincia di Aosta ad una altitudine di 3488 metri s.l.m. All’estremo opposto si colloca Lampedusa con una temperatura media di 20,5°C. Il caldo record del 2015 si è manifestato anche attraverso parametri qualitativi della temperatura. Ne sono un esempio le così dette notti tropicali, notti cioè in cui la temperatura minima resta al di sopra dei 20°C. Rispetto alla media nel corso del 2015 si sono registrate +26 notti tropicali, il secondo valore in assoluto registrato a partire dal 1961.
In maniera analoga il 2015 ha mostrato un deciso aumento rispetto alla media dei così detti giorni estivi intesi come numero di giorni in cui la temperatura massima supera i 25°C. Nel corso dell’anno si è registrato uno scostamento di +20 giorni estivi rispetto alla media.
L’analisi dei dati storici sulle temperature in Italia mostra un trend in crescita che parte dai primi anni ’80. In particolare lo studio ISPRA ha calcolato che tra il 1981 ed il 2015 in Italia è si registrato un aumento della temperatura media di circa +0,33 ± 0,06 °C ogni 10 anni. L’effetto cumulato di questa tendenza ha determinato una crescita della temperatura di 1,12 ± 0,20°C.
Si riscalda anche il mare
Il caldo sopra la media che ha caratterizzato il 2015 si è chiaramente manifestato anche sul mare. Nel corso dell’anno la temperatura media sui mari italiana è risultata prossima ai 20 gradi con valori compresi tra i 19,5°C dell’Adriatico ed 21,0°C dello Ionio.
Ma più che i valori assoluti a preoccupare sono le variazioni rispetto ai valori medi del periodo di riferimento (1961-1990). In questo senso il 2015 ha registrato una anomalia termica di +1,28°C, la maggiore mai registrata nella serie storica. Salgono così a 19 gli anni caratterizzati da una anomalia positiva nella temperatura del mare italiano.
Precipitazioni in calo nel 2015
Altro aspetto critico analizzato nel rapporto ‘Gli indicatori del clima in Italia’ riguarda l’andamento delle precipitazioni. E anche in questo ambito di analisi non mancano i motivi di preoccupazione.
Rispetto al valore normale del periodo 1951-1980, il 2015 ha registrato un calo del 13% delle precipitazioni cumulate. La flessione è stata più marcata nelle regioni del nord (-21%) e del centro (-17%) rispetto al sud ed isole dove i valori sono stati prossimi alle medie di riferimento. Dicembre è stato caratterizzato da una siccità eccezionale che ha toccato un picco nelle regioni del centro con un calo delle precipitazioni del 97%.
[Photo Credits | ISPRA]