Tre studenti danesi dell’Interaction Design Institute di Copenaghen hanno sperimentato, in rappresentazioni fisiche, gli impatti ambientali dei prodotti alimentari. Il loro progetto, intitolato “incontra il cibo che mangi” misura le emissioni di CO2 derivanti dal trasporto degli alimenti e l’importo delle compensazioni necessarie per rimpiazzarle, nel corso di un anno, attraverso altri prodotti alimentari.
Destinato ad un pubblico vasto e concentrata su un controverso settore di un ciclo di vita della produzione alimentare, questo progetto è stato pensato per far riflettere le persone di tutto il mondo, ma non per dare dati scientifici che sarebbero troppo complicati da calcolare. I ricercatori hanno specificato sul loro sito che:
Questa scala solleva interrogativi sul cibo che si acquista, da dove proviene e come è trasportato. Con un argomento così complesso come le emissioni di anidride carbonica e l’economia globale del cibo, la nostra bilancia è solo un punto di ingresso ed è destinato a sollevare più domande che risposte.
Ma come funziona?
Il cibo è posto su un lato della bilancia e, dall’altro lato si colloca un vetro acrilico e una struttura con dei pesi che rappresentano le compensazioni necessarie per tale prodotto alimentare.
La bilancia funziona ricercando le emissioni di carbonio dovute al trasporto di un determinato prodotto, dal suo paese di origine fino in Danimarca. Inserire un RFID (un codice a barre che identifica il prodotto, ndr) su un braccio e cercare di equilibrare la bilancia con i pesi a forma di albero. L’importo degli alberi utilizzati per l’equilibrio della bilancia rappresenta il numero effettivo di alberi che servirebbero per compensare le emissioni di carbonio del prodotto nel corso di un anno.
E’ importante sapere da dove proviene il cibo, perché si può presumere che probabilmente i prodotti locali fatti da agricoltori locali hanno una minore impronta ecologica di una produzione industriale di prodotti provenienti da lontano. Tuttavia, il trasporto può, a volte, valere solo per circa il 20% di tali impatti, in modo da prendere in considerazione tutte le fasi del un ciclo di vita del prodotto.
Fonte: [Treehugger]
Faye 1 Marzo 2017 il 1:57 am
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