Calabria, un ecomostro legalizzato

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La Calabria non è terra di ecomostri. La Calabria è un ecomostro.

Questa frase di Repubblica riassume in maniera chiara il concetto che vuol dimostrare il recente rapporto della Regione sullo stato della cementificazione delle spiagge lungo i 700 km di costa calabrese. Un rapporto che i dirigenti regionali sapevano sin dall’inizio che sarebbe stato impietoso, ma non così terribile.

La conclusione finale è che su 700 km ci sono 5.120 ecomostri, in pratica un abuso edilizio ogni 150 metri. Una situazione assurda, se non si pensa al fatto che, chiunque vada al Governo di una delle Regioni più belle d’Italia, a comandare resta sempre la ‘ndragheta, con i suoi finti imprenditori i quali, aggirando le leggi o girandosele a proprio favore, riescono a gettare tonnellate di cemento su spiagge conosciute in tutto il mondo.

La situazione si aggrava ancora di più se si pensa che 54 di questi abusi vengono fatti all’interno di Aree Marine Protette, soprattutto nella zona del crotonese, 421 in Aree di Interesse Comunitario, 130 in zone a protezione speciale, ed alcune di loro sono anche opere pubbliche come pezzi di lungomare. E si tratta soltanto di ecomostri costieri, figuriamoci cosa verrebbe fuori se si prendessero in considerazione anche gli abusi interni alla Regione.

Ma ciò che più fa male al cuore di noi italiani è che molte di queste opere sono non legali, ma legalizzate, nel senso che rientrano in costruzioni condonate, legittimate da vecchie legislazioni superate e modificate, parzialmente o totalmente sanate, in modo che nella maggior parte dei casi non possono essere abbattute, perché anche con una prova di forza dello Stato, la legge prevede che quelle costruzioni, seppur illegali, devono rimanere lì dove sono. Così si spiega come mai sulle oltre cinquemila costruzioni abusive, è in programma l’abbattimento di soli 9 ecomostri, lo 0,18%.

La zona più degradata è quella di Reggio Calabria, quella con la concentrazione maggiore di criminalità organizzata, con oltre duemila abusi, seguita da Cosenza con 1156 ecomostri, Crotone (915), Catanzaro (548), e Vibo Valentia (498).

Fonte: [Repubblica]

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