La caccia già di per sé è una pratica disumana degna dell’uomo delle caverne, ma quello che è diventata nelle campagne toscane è ormai una vergogna. Il nuovo programma per il controllo di questa specie predatrice prevede che le volpi vengano attaccate direttamente nelle loro tane con dei cani. Quello che avviene in realtà è molto peggio. Avvistando il pericolo infatti, le volpi lasciano le tane e scappano via. Ma al loro interno vi restano i cuccioli, troppo piccoli e deboli per scappare, che finiscono con l’essere sbranati dai cani.
Non uccidete le volpi nelle loro tane, sarà una strage di cuccioli. Si sta per mettere in atto una barbarie. Una caccia feroce che porta i cani a sbranare i cuccioli di volpe che restano nelle tane dopo che la madre è scappata. Si configura anche il maltrattamento di animali
denunciano dalla LAV a cui ieri si è aggiunto anche il Wwf che parla di
una pratica ingiustificata dal punto di vista scientifico, inaccettabile dal punto di vista etico, dannosa per la specie oggetto di prelievo e di disturbo per il resto della fauna selvatica in periodo riproduttivo.
Il tutto nelle campagne di Siena dove la contromossa delle associazioni è stata inondare la casella email dell’assessorato alla Caccia e al Turismo per chiedere di evitare questo massacro che dovrebbe partire ad aprile. L’assessore responsabile, Anna Maria Betti, si difende affermando di agire nella legge e secondo le indicazioni dell’Ispra (Istituto per la protezione e la ricerca ambientale) che indica nella volpe la responsabile della riduzione del numero di fagiani e lepri che vengono cacciati da questo mammifero, il cui numero è in costante aumento.
Finora, spiega Betti, tutti i ricorsi delle associazioni hanno fallito, ma a differenza dei casi precedenti stavolta si profila il reato di maltrattamento (va bene uccidere un esemplare adulto ma non si possono far sbranare i cuccioli), e quindi tutto potrebbe essere diverso.
[Fonte: Repubblica]
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Luca Melchiorri 26 Marzo 2013 il 2:57 pm
Non capisco perchè ci sia maltrattamento se riguarda i cuccioli mentre non lo è per gli individui adulti.
Inoltre definire disumana la caccia, mi pare sbagliato: gli indigeni di diverse aree del globo vanno a caccia per il proprio sostentamento. La pesca ugualmente è una forma di caccia. Quindi a meno di definire disumani i cacciatori in tutto il mondo, farei uno specifico. Voglio dire: non è una questione di essere cavernicoli o meno, è una questione culturale e nè tu nè io siamo nessuno per poter dare contro a quelle tradizioni millenarie.
Personalmente sono contrario alla caccia a fini “sportivi” e sono parzialmente concorde con quella a fini “selettivi” come può essere in quest’ultimo caso… anche se in quest’occasione la modalità è palesemente errata.
Marco Mancini 27 Marzo 2013 il 9:32 am
il punto è esattamente questo. La caccia è giustificabile per il sostentamento. Il problema è che in Italia (e nel mondo Occidentale in generale) si caccia per diletto, non per sopravvivere. E’ proprio questa la barbarie.
per quanto riguarda il maltrattamento, lo si intende solo per i cuccioli perché mentre gli individui adulti vengono uccisi dalle doppiette, i piccoli che rimangono nella tana vengono sbranati dai cani, che non è esattamente la stessa cosa…
stefania 1 Aprile 2013 il 10:15 am
facciamo selezione anche per gli esseri umani allora: siamo solo un’altra specie che infesta il pianeta! Con che arroganza ci ergiamo a proprietari dell’universo, decidendo chi e quando è troppo… solo per il fatto di essere secolari, non vuol dire che le tradizioni siano giuste. Un tempo si sacrificavano per tradizione anche le vergini.. e quindi? continuiamo ad ammazzare giovinette, perché così è stato e sempre sarà?!?!?!? ma certo, trovare alternative che tolgano il “piacere” ai sadici di ammazzare esseri indifesi, non sono contemplate… vergogna!