È destinato a far discutere il decreto firmato da Arnold Schuler, assessore provinciale dell’Alto Adige in quota Svp, che autorizza l’abbattimento delle marmotte. Le motivazioni del decreto risiedono nel fatto che gli scavi e i cunicoli realizzati dalle marmotte rappresenterebbero un pericolo per l’economia dell’alpeggio: così sostengono i vertici del settore agricolo provinciale.
Sebbene ai contadini dell’Alto Adige siano stati versati contributi per chiudere le gallerie scavate dalle marmotte, l’effettiva mancanza di manodopera come anche l’impossibilità di far uso di macchinari, rendono molto onerose le operazioni di sistemazione e cura dei terreni. Pertanto, il decreto recante la firma di Arnold Schuler, permette la caccia alle marmotte in quei luoghi in cui siano stati registrati “danni rilevanti nei prati da sfalcio, nelle loro vicinanze, nonché presso infrastrutture a rischio”. Stando ai dati, in questo anno 2015 almeno il 10% della superficie complessiva di prati da sfalcio in 210 località dell’Alto Adige sono state oggetto dei danni causati dalle marmotte.
Naturalmente il punto di vista delle associazioni ambientaliste e animaliste è totalmente diverse. Per Eros Torbo, responsabile a Bolzano della Lega Antivivisezione, la questione è del tutto diversa:
Non possiamo più tollerare gli atteggiamenti ostruzionistici della Provincia totalmente ripiegata sulle richieste dei cacciatori, che si fa beffa delle leggi dello Stato, per questo motivo chiediamo al prefetto Margiacchi un intervento diretto per ripristinare lo Stato di diritto in Provincia di Bolzano.
Si stima che in Alto Adige attualmente vivano circa 50mila marmotte che occupano 75mila ettari di terreno. In Italia la marmotta è una specie protetta e, pertanto, non può essere cacciata; in Svizzera e Austria, invece, la caccia alle marmotte è consentita.