La promessa del Governo giapponese di ridurre la caccia alle balene non solo viene ancora una volta disattesa, ma viene persino derisa da una flotta di baleniere che, secondo una recente scoperta fatta da Greenpeace, avrebbe ottenuto parte dei fondi destinati alle vittime dello tsunami per armare le proprie navi e dare la caccia ancora di più ai cetacei.
Dopo che la Sea Shepherd e gli altri ambientalisti hanno preso a pattugliare le acque nipponiche, pare che le baleniere si siano spostate nell’Antartide dove si calcola siano in grado di cacciare circa 1000 balene all’anno. Secondo gli attivisti pare che il Governo nipponico abbia prelevato circa 20 milioni di euro dal fondo destinato alle persone che avevano perso la casa ed il lavoro a causa del terremoto e tsunami del marzo scorso, e li hanno destinati alle sovvenzioni per la pesca dedicata alle balene che già ammontava a circa 4 milioni l’anno.
E’ assolutamente vergognoso che il governo giapponese possa pompare ancora più soldi dei contribuenti in un programma di caccia alla balena non necessario, non desiderato ed economicamente impraticabile, quando i fondi sono disperatamente necessari per la ricostruzione. Il programma di caccia alle balene è una macchia nera sulla reputazione internazionale del Giappone, e un buco nero di denaro dei contribuenti. Versare miliardi di yen nella caccia alla balena antartica durante questo periodo di crisi è decisamente vergognoso. Il Giappone non può permettersi di sprecare soldi per la caccia alla balena in Antartide quando la sua popolazione in casa sta soffrendo
ha affermato Junichi Sato, direttore esecutivo di Greenpeace Giappone. Ma ancora più disarmante è il motivo per cui i cacciatori sono riusciti ad ottenere i fondi: una delle città distrutte era un porto per baleniere. Dunque quei fondi, che sulla carta sarebbero dovuti andare alla sua ricostruzione, in realtà hanno finanziato l’attività della caccia. Alla notizia per fortuna qualcosa si è mosso ed alcuni gruppi ambientalisti giapponesi hanno scritto lettere su lettere al Primo Ministro Yoshihiko Noda, per chiedergli di smetterla di finanziare i balenieri perché i contribuenti giapponesi non sono d’accordo.
[Fonte: the Guardian]
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