Greenpeace da diverso tempo si batte nel sostenere le fonti rinnovabili contro il carbone e il nucleare. Secondo i dati raccolti dall’associazione ambientalista, chiaramente contestati dall’Enel, il carbone “uccide un italiano al giorno“. Una morte prematura e circa 1 miliardo e 800 milioni di euro di danni all’anno. Come si legge nel rapporto Greenpeace “Enel, il carbone costa un morto al giorno” questi sarebbero i costi reali dell’energia elettrica in Italia. Costi che non si trovano di certo sulla bolletta dei consumi. Per questo l’associazione ha inviato 100mila bollette a 100mila italiani con i veri costi nell’energia per emissioni di CO2.
Se dividiamo i danni economici causati dalla produzione a carbone di Enel per il numero delle famiglie italiane, scopriamo che la scelta sciagurata di quella fonte energetica costa crca 75 uero l’anno a nucleo familiare. Una vera e propria tassa.
Il gruppo Enel, continua il dossier
Oltre a non sentire le contestazioni che le vengono mosse, spedisce bollette che non parlano dei veri costi che infligge alla salute, all’ambiente e all’economia dell’Italia.
Accuse pesanti, ma fondate sui dati raccolti dagli attivisti e dai volontari di Greenpeace. Essi chiedono all’azienda di dimezzare la produzione di energia elettrica a carbone entro il 2020 e di portarla a zero nel 2030 investendo sulle fonti rinnovabili amiche dell’ambiente. Il gruppo Enel attualmente con le sue centrali a carbone produce oltre 26 milioni di tonnellate di CO2 ogni anno delle 37,3 milioni di tonnellate totali. Emissioni dovute ad attività antropiche responsabili per il 90% dei cambiamenti climatici, come afferma l’autorevole Intergovernmental Panel on Climate Change delle Nazioni Unite, e che gravano sulla salute delle persone e sul reddito nazionale. E’ stimato che nel 2050 l’Italia ridurrà il suo reddito di circa 20-30.000 milioni di euro a causa dell’alzamento delle temperature che comporterà giornate di precipitazioni molto intense e diminuzione generale delle precipitazioni nell’arco dell’anno.
[Fonte e foto: Greenpeace]