L’area dell’Alpago è una tra le più sismiche del Veneto e così, quando hanno avuto inizio quegli strani boati che tuttora tengono col fiato sospeso gli abitanti della zona, si è subito pensato al rischio di terremoto imminente. Un mistero che viene da sottoterra e che vede al lavoro per svelarne l’origine geologi, esperti e tecnici della Regione ma anche amministratori locali e regionali sollecitati dalle preoccupazioni crescenti dei cittadini che vogliono saperne, e come dargli torto, di più sui forti boati sotterranei che rompono il silenzio di Passo di Fadalto e Val Lapisina, tra le province di Treviso e Belluno.
A lavoro da giorni ci sono, tra gli altri, l’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica sperimentale di Udine e l’Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica del CNR.
Per l’ingegner Roberto Baglioni della Regione il fenomeno sarebbe da far risalire alla
frizione delle rocce superficiali legate a spostamenti tettonici. Poco a che vedere, dunque, con l’attività sismica. Abbiamo comunque la certezza che si tratti di un fenomeno localizzato e superficiale.
L’assessore all’Ambiente Maurizio Conte spiega che la Regione sta monitorando l’evento e i Comuni coinvolti, in ogni caso, hanno già pronti piani d’intervento di concerto con la Protezione Civile.
A dire il vero, i boati non sono nuovi nell’area, fenomeni simili si registrarono già nel 2000 e nel 2003 sempre nei primi mesi dell’anno, sarà una coincidenza?
Dai sopralluoghi tecnici di questi giorni sono emerse l’instabilità delle masse rocciose e diffuse manifestazioni carsiche nonché “componenti vibrazionali”, ovvero dei tremori che si accompagnerebbero ai boati ma che, al contrario di questi, sono percettibili soltanto con la strumentazione adeguata.
Il boato si avverte nelle aree sopra citate, ma l’origine, per gli esperti, è da rintracciarsi a Sud-Est.
Le indagini proseguono e il fenomeno è costantemente monitorato. E’ atteso per lunedì prossimo un confronto tecnico con esperti nazionali che avrà luogo nella sede della Protezione Civile Regionale.