La biotecnologia marina, ossia l’insieme delle applicazioni tecnologiche della biologia marina ed acquatica, è una disciplina in forte aumento. I dati più recenti indicano che il mercato della Blue biotechnology ha un valore di 2,8 miliardi di euro nella sola Europa e che per i prossimi anni può crescere fino al 12% ogni anno se industria e ricerca andranno di pari passo.
Come ha affermato il Presidente della Marine Board della Fondazione europea della scienza (FES) Lars Horn, l’Europa entro il 2020 può guidare il mercato della biotecnologia marina. Negli oceani e nei mari europei le acque basse della costa, così come le profondità degli abissi sono caratterizzati da fattori molto eterogenei per temperatura, illuminazione, pressione e composizione chimica. I cambiamenti che hanno modificato gli ecosistemi marini hanno dato vita ad un archivio vivente della diversità ancora inesplorato.
I ricercatori che operano nel campo delle biotecnologie studiando questo immenso patrimonio avrebbero la possibilità di realizzare nuovi materiali, farmaci, cure e servizi, avvalendosi di queste risorse per trovare una soluzione ai cambiamenti climatici e a tutte le alterazioni che stanno mettendo in pericolo il nostro Pianeta. Il Presidente del FES e membro del Research Council of Norway ha ribadito il concetto cardine del rapporto Marine Biotechnology: a new vision and strategy for Europe
Le biotecnologie marine non solo creano occupazione e ricchezza, ma sono anche in grado di contribuire allo sviluppo di economie più intelligenti e rispettose dell’ambiente. Giappone, Cina e Stati Uniti hanno già iniziato a investire ingenti somme in questo settore: se l’Europa non farà altrettanto, perderà terreno.
Le applicazioni della tecnologia della biologia marina ed acquatica sono molteplici, e vanno dalla realizzazione di nuovi prodotti e materiali per l’industria di origina naturale o da materiali riciclati, come ad esempio i polimeri biodegradabili, fino alle terapie per combattere il cancro, ma anche in relazione all’acquacoltura e alla crescente domanda di prodotti ittici certificati e sostenibili. Nel rapporto del Marine Board che rappresenta 31 organizzazioni di 19 Paesi, sono indicati i settori di intervento, con un’agenda politica e scientifica decennale. Tra i punti cardine del progetto ci sono la cooperazione tra università e industria, la ricerca di materiali biologici e attività di sensibilizzazione.
[Fonte: Commissione europea]
[Foto: focus]
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