Per il bilancio energetico nell’Unione Europea, a valere sul 2010, il contributo da biomasse dovrebbe essere dell’8% mentre invece attualmente la quota è al 4%. Questo è quanto riporta in una nota informativa l’Enea dove, tra l’altro, viene trattato proprio il tema della produzione di energia da biomasse vegetali anche nel nostro Paese, dove il contributo sul totale dei consumi di energia è pari ad appena il 2,7%.
A fronte di questa percentuale, tutt’altro che esaltante, dei recenti studi di fattibilità a cura della stessa Enea, ma anche della Coldiretti, rivelano per il nostro Paese come il settore agricolo, preso nelle e per le diverse filiere, potrebbe andare a coprire, sul fabbisogno energetico nazionale, una quota che potrebbe oscillare tra il 6% ed il 6,5%.
Nell’ambito dei progetti e delle iniziative dell’Enea, assieme all’UTEE, è stata avviata una sperimentazione finalizzata al conseguimento del risparmio energetico attraverso la coltura in orizzontale ed in verticale di coperture a verde. Al riguardo ci sono studi che dimostrano come nei periodi freddi, in presenza delle coperture a verde, la spesa energetica per il riscaldamento si riduca del 5%, mentre nei periodi caldi il risparmio energetico conseguibile, quando viene avviato il raffrescamento degli edifici, arriva addirittura al 20%. In virtù di queste risultanze, di conseguenza, il servizio Agricoltura dell’UTEE ha avviato una ricerca mirata con cui andare a definire i parametri energetici e biologici che, al fine di poter ottenere una casa energeticamente sostenibile, devono avere i vegetali installati a parete, in verticale, e sui terrazzi dell’edificio in orizzontale al fine di garantirsi il risparmio e l’efficienza energetica sopra indicata.
Per l’agricoltura, invece, l’Enea promuove per la produzione sostenibile di vegetali la realizzazione di sistemi in serra a basso consumo energetico e con il fine della climatizzazione. Nelle azioni portate avanti dall’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, ci si avvale del coinvolgimento non sono di ricercatori ed esperti, ma anche spesso di numerosi attori territoriali.
Dick 1 Marzo 2017 il 1:08 am
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