In futuro gli scarti della vinificazione si potranno utilizzare nel settore energetico come biomassa, per la produzione del biogas, oppure per andare ad alimentare gli impianti che producono energia. A metterlo in evidenza è stata la Confagricoltura nel sottolineare in particolare come, a differenza di quanto si possa pensare, dall’uva a conti fatti non si butti via proprio nulla.
Le fecce del vino e le vinacce, infatti, non devono essere più visti come dei rifiuti che bisogna andare a smaltire, con tutti i problemi che ne conseguono, ma come dei veri e propri sottoprodotti del processo di vinificazione che sono ancora buoni per essere riciclati e riutilizzati in maniera conveniente da ogni punto di vista.
Al riguardo sull’utilizzo degli scarti della vinificazione c’è da essere ottimisti visto che, come mette in risalto proprio la Confagricoltura, la Conferenza Stato Regioni ha espresso parere favorevole alla modifica del decreto ministeriale che, a partire dalla prossima vendemmia, potrà garantire l’ampliamento del riutilizzo e del riciclo nel nostro Paese degli scarti del processo di vinificazione. Tra gli usi ammessi, inoltre, ci sono anche quelli riguardanti sia l’utilizzo agronomico diretto, per mezzo della distribuzione dei sottoprodotti nei terreni agricoli, sia l’utilizzo agronomico indiretto andando ad utilizzare gli scarti della vinificazione per preparare dei fertilizzanti.
Inoltre, gli scarti della vinificazione hanno delle proprietà tali da poter essere utilizzati sia in campo farmaceutico, sia nel settore cosmetico; in quest’ultimo settore, infatti, si prestano bene per la produzione di creme di bellezza, creme idratanti, ma anche oli, maschere e prodotti in grado di poter contrastare l’invecchiamento della pelle. Nel campo farmaceutico, grazie alle loro qualità terapeutiche, le vinacce possono invece essere utilizzate per la preparazione di rimedi contro i problemi di fragilità dei capillari sanguigni, ma anche sia per la regolazione del tratto intestinale, sia per produrre effetti di limitazione sull’assorbimento degli alimenti.
Commenti (5)