IL CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) dopo aver progettato Sofie, la casa di legno alta fino a 7 piani, lancia ora un altro progetto di BioEdilizia e Design, MaI: il Modulo abitativo Ivalsa.
La ricerca è stata portata a termine dagli studiosi dell’Istituto per la valorizzazione del legno e delle specie arboree del CNR di San Michele all’Adige (Trento) in collaborazione con Habitech, Centro europeo di impresa e innovazione per l’energia e l’ambiente. Anche altre realtà imprenditoriali del Trentino hanno abbracciato l’idea di realizzare moduli abitativi in legno a risparmio energetico, per sostenere l’ambiente e la Green economy. Come spiega uno degli ideatori del progetto MaI, Paolo Simeone
Si tratta di una struttura composta da cinque moduli prefabbricati e trasportabili che vengono assemblati tra loro in modo da formare un unico edificio arredato, dotato di tutti i comfort e ad alto risparmio energetico. Gli involucri esterni per le pareti sono stati progettati per ottenere valori di trasmittanza e sfasamento termici da casa passiva, evitando così l’utilizzo di impianti di riscaldamento convenzionale. In copertura un modulo ospita un sistema integrato di solare termico, mentre due moduli sono coperti da un tetto verde in grado di controllare lo scarico a terra delle acque piovane.
Tutto il legno impiegato, prevalentemente di conifere, proviene da foreste certificate del Trentino e la struttura portante è realizzata con pannelli X-lam provenienti dalle prove effettuate nei quattro anni di studi sulla casa antisismica del progetto Sofie. Gli arredi, pensati su misura e per ottimizzare gli spazi, sono realizzati con legno massiccio al naturale non trattato, o placcato con materiali compositi a base di fibre ottenute al 100% da carta riciclata e privi di resine derivate dal petrolio.
La Green economy punta molto sull’edilizia sostenibile e sul risparmio energetico, come mostrano i recenti progetti di città sempre più ecocompatibili, o i progetti di Eco-edilizia presentati in Svezia. Il progetto MaI è tuttavia rivoluzionario rispetto al passato perché, come chiarisce Ario Ceccotti, direttore dell’Istituto Cnr e responsabile scientifico del progetto
Una delle caratteristiche assolutamente innovative, rispetto alla tradizionale prefabbricazione in legno, è che una volta arrivati sul posto non bisogna fare altro che avvitare dei bulloni. Con questo sistema, inoltre, è possibile costruire edifici di qualsiasi grandezza e forma architettonica.
[Fonte: CNR]
[Foto: flickr]
Commenti (1)