Ancora sulla biodiversità, con i risultati, a dir poco preoccupanti, di uno studio condotto sulla conservazione dei vertebrati, pubblicato dalla rivista di divulgazione scientifica Science, e presentato nell’ambito della X Conferenza delle Parti della Convenzione sulla Biodiversità in corso a Nagoya, in Giappone.
Dall’ampia analisi condotta sullo stato delle specie si evince purtroppo che ben un quinto dei vertebrati è a rischio estinzione.
Tra le principali cause additate dai ricercatori come responsabili della scomparsa sempre più probabile di 50 specie di mammiferi, uccelli ed anfibi figurano la deforestazione, che provoca la scomparsa degli habitat di molti animali e piante, l’agricoltura non sostenibile dettata dallo sfruttamento intensivo dei terreni e, ultima ma non da meno, la proliferazione di specie invasive, alloctone. Fenomeno di cui ci siamo occupati spesso sulle pagine di Ecologiae e che ha costi elevatissimi in termini di perdita di biodiversità.
Stando ai dati forniti dal rapporto presentato a Nagoya, tra i vertebrati, le specie a rischio oscillano tra il 13% degli uccelli ed il 41% degli anfibi.
La situazione, a prima vista drammatica, in cui versano i vertebrati, lascia filtrare un barlume di speranza dallo spiraglio individuato dal medesimo studio che avvalora l’importanza degli sforzi compiuti sinora per tutelare le specie a rischio estinzione. L’impegno, più o meno diffuso in tutto il mondo, per la conservazione degli animali che rischiano di scomparire per sempre, ha dato i suoi frutti, tanto che gli studiosi si sentono di affermare che senza questi sforzi si sarebbe verificata un’ulteriore perdita di diversità biologica, pari al 20%. I programmi a livello globale ed i finanziamenti a favore della tutela della biodiversità che verranno fuori da Nagoya avranno dunque un impatto determinante, per non dire decisivo, nel porre un freno al rischio estinzione di molte specie viventi.
Tra le buone notizie che vale la pena riportare figura che sono in salvo, almeno per il momento, tre specie che si credevano estinte ed invece riuscite persino a riprodursi: si tratta di due specie degli USA, il condor della California ed il furetto dai piedi neri, e del cavallo di Przewalski della Mongolia.
[Fonte: Agi]
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