Anche se con colpevole ritardo, alla fine l’Unione Europea si è mossa ed ha deciso di far qualcosa per difendere la biodiversità, e tentare di salvare almeno il salvabile. Per questo è stato presentato nei giorni scorsi un documento, contenente 6 punti, a cui gli Stati membri dovrebbero attenersi. Usiamo il condizionale perché ce ne sono alcuni, Italia in testa, che lo osteggiano.
L’obiettivo principale è quello di “invertire il declino della biodiversità e degli ecosistemi”, con una scadenza ben precisa: il 2020. Queste sei azioni riguardano la corretta gestione della rete denominata Natura 2000, la quale riguarda una serie di aree protette, stabilite in passato, di cui si deve far carico ogni Stato membro che le possiede; la lotta all’invasione delle specie aliene nei territori a rischio; il ripristino degli habitat, in modo anche da aiutare i Paesi in via di sviluppo negli sforzi per la conservazione della natura; la regolazione della caccia; la regolazione della pesca, in particolare concentrata sulla rigenerazione degli stock ittici; ed infine, l’estensione degli schemi agro-alimentari favorevoli alla biodiversità.
Queste idee di certo non nascono oggi, ma provengono da dibattiti ed incontri che si sono susseguiti negli anni, e che si sono successivamente concretizzati nel vertice di Nagoya sulla biodiversità, e nel meeting di Roma dello scorso anno, dove i ministri dell’ambiente dei vari Paesi hanno firmato la Strategia Nazionale per la Biodiversità. Molti Stati europei stanno portando avanti numerosi sforzi per tentare di rispettare quanto più possibile questi sei punti, ma c’è qualcuno che non solo non fa nulla, ma a volte li ostacola, come l’Italia, la quale oggi è stata ufficialmente richiamata, ed in particolare lo è stato il Ministro dell’Ambiente Prestigiacomo, dalle associazioni che hanno promosso queste iniziative, e cioè Lipu, Legambiente, Amici della Terra e WWF.
Ciò che ci lascia molto delusi è la posizione mantenuta durante il Consiglio europeo dall’Italia, che ha osteggiato l’adozione della Strategia […] Il governo italiano corregga subito la rotta e non abbandoni la linea positiva che sembra aver intrapreso il resto dell’Europa, su un tema ormai focale per il futuro del pianeta quale la conservazione della diversità biologica
ammoniscono le associazioni. Purtroppo attualmente sembra che il Governo non abbia come priorità un tema, come quello ambientale, trattato in questi anni più come un fastidio che come una priorità.