Lipu-Birdlife Italia, in collaborazione con Birdlife Europa, presenta il rapporto Road to recovery per arginare la perdita di biodiversità. Se nel nostro paese alcuni progressi sono stati compiuti, moltissimo resta da fare, e nel panorama europeo l’attenzione di molti stati deve essere urgentemente richiamata sul problema della perdita di biodiversità.
Lipu-Birdlife pubblica il suo rapporto Road to recovery, dedicato ai problemi legati alla perdita di biodiversità e ai possibili modi per contrastarla. Il rapporto si sofferma in particolare sui progressi compiuti (o non compiuti) in Europa per raggiungere gli obiettivi della strategia europea per la salvaguardia di specie e habitat a rischio, adottata dall’UE due anni fa. Senz’altro, sottolinea il rapporto Road to recovery, il fatto che il 20% del territorio europeo sia stato incluso nella rete Natura 2000 ha portato dei benefici, ma a guardare il quadro complessivo appare evidente che molti paesi presentano “grave arretratezza nella protezione, gestione e monitoraggio delle aree protette e delle singole specie”. E purtroppo molti dubbi restano sulla capacità dell’Unione Europea di erogare finanziamenti entro i giusti progetti, di portare le proprie risorse finanziare entro i giusti orizzonti.
Tra i problemi più rilevanti su cui focalizzare l’attenzione, ricorda Lipu-Birdlife, vi è senz’altro quello delle specie aliene invasivi, che causano non solo grandi danni alla diversità del vivente, ma anche a livello economico. Inutile dirlo, poi, tra le più grandi minacce alla biodiversità troviamo l’agricoltura non sostenibile e l‘insensata pesca selvaggia che continua a essere attuata senza serie e drastiche misure di contenimento. A questo non può che essere accostata la cattiva gestione dei fondi per la Politica Agricola Comune, che benché vadano giustamente a riversarsi in un settori di importanza strategica fondamentale, sembrano non aver ancora intenzione di canalizzarsi più decisamente nel settore dell’agricoltura sostenibile, nonostante, come emerge da altre rilevazioni recenti, il settore dell’alimentazione biologica continui a segnare fortissimi incrementi di consumo.
Altro punto su cui riflettere è senz’altro la gestione dei siti di grande importanza naturalistica, che benché introdotti nel sistema Natura 2000 spesso non vengono salvaguardati come il programma imporrebbe di fare. Ciò che emerge, in primis, dal nuovo report Road to recovery è quindi non tanto la mancanza di riflessione riguardo alle problematiche della biodiversità, quanto la mancata attuazione di quanto redatto su carta; problematica, questa, stretta a doppio filo con l’erogazione, largamente imperfetta secondo Lipu-Birdlife, dei fondi economici europei.
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