Si è fatto un gran parlare del Summit per il Biodiesel ( Sustainable Biodiesel Summit) un meeting annuale che precede La Commissione Nazionale (americana) per il Biodiesel, con l’obiettivo dichiarato di creare un cambiamento importante spingendo le industrie ad adottare progressivamente questo tipo di carburanti. Bene, sembra che per una volta questo sforzo abbia sortito il suo effetto. E al prossimo incontro del National Biodiesel Board (NBB) il CEO e il suo vice, Joe Jobe ed Ed Hegland hanno annunciato la presenza di una “task force per la sostenibilità” per il monitoraggio e l’introduzione di procedimenti ecosostenibili, all’interno dell’industria del biodiesel.
Una delle principali organizzatrici del Summit, poi, Emily Bockian Landsburg, della Philadelphia Fry-o-Diesel (azienda che fa un eccellente lavoro ricavando carburante dai residui oleosi dei processi industriali) è stata scelta proprio per guidare questa commissione presso il national board. Rachel Burton, della Piedmont Biofuels (che non c’entra purtroppo molto con il nostro Piemonte), ha riassunto le motivazioni del perchè questa mossa sia veramente importante per il futuro di tutti, indipendentemente se i destini siano legati a questo tema dagli ideali ecologisti o dal portafoglio:
Molta gente nell’industria si è interessata al biodiesel non per interesse, ma per realizzare obiettivi ambientali e sociali più grandi. Altri soggetti, coinvolti esclusivamente per motivi di mero sviluppo economico, capiscono che i consumatori scelgono questo prodotto per le relative qualità ambientali e sociali. Nell’una o nell’altra prospettiva, realizzare questi obiettivi tenendo conto di questi fattori ambientali e sociali è la chiave per l’attuabilità del biodiesel in modo economico su scala industriale
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