Biodegradabile
Con il termine biodegradabile si indica la proprietà delle sostanze organiche di decomporsi naturalmente, ovvero di venire scomposti da sostanze complesse ad elementi più semplici. Sono i batteri saprofiti ad attaccare la sostanza decomponibile, estraendone gli enzimi necessari alla trasformazione. A quel punto il processo di biodegradabilità, definibile come la capacità di un materiale di decomporsi nel tempo a seguito di attività biologica, si conclude con l’assorbimento nel terreno, a differenza di quanto avviene con i prodotti non biodegradabili che inquinano l’ambiente.
La qualifica di biodegradabile oggi è spesso associata a prodotti rispettosi dell’ambiente. La maggior parte delle sostanze chimiche sono biodegradabili, a variare e a fare la differenza è piuttosto la quantità di tempo necessaria all’operazione, le sostanze finali prodotte dal processo, più o meno inquinanti, e la presenza in natura di batteri capaci di decomporre il materiale. Un pezzo di pane si decompone piuttosto rapidamente, mentre la plastica resterà inalterata per decenni.
Di tutte le parole chiave che gravitano intorno al rispetto dell’ambiente, biodegradabile è forse quella di cui si è più abusato, applicandola come etichetta earth-friendly, a prodotti che generalmente non lo sono affatto, come la plastica e molti detersivi, e spesso non nominandola in prodotti che lo sono realmente, come tanti saponi e la carta.
Biodegradabile non significa necessariamente che un prodotto è ecologico, ad esserlo sono piuttosto solo quelli realizzati al 100% con materiali organici contenenti molecole a base di carbonio.
Quando il consumatore sente dire che un oggetto è biodegradabile, spesso pensa, erroneamente, che si tratti di un materiale che si può buttare fuori dal finestrino dell’auto e che dopo una buona pioggia, tornerà di nuovo alla natura, fertilizzando il ciglio della strada.
I materiali non si biodegradano da soli, ed è una fortuna che non sia così, altrimenti vedremmo scomporsi persino oggetti di uso comune.
Per fare soltanto un esempio, la maggior parte dei bicchieri di plastica biodegradabili è fatta da PLA (acido polilattico), un polimero a base di alti livelli di molecole di acido polilattico. Per decomporsi, il polimero va spezzato con l’aggiunta di acqua, in seguito a idrolisi a temperatura maggiore di 60 °C e umidità maggiore del 20%. Quindi, se si butta un bicchiere piuttosto che una forchetta in PLA in luoghi in cui non saranno esposti al calore e all’umidità necessari per la biodegradazione, potrebbero rimanere inalterati per anni proprio come la plastica tradizionale.
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