Il dubbio che i biocarburanti non siano davvero tanto green per l’ambiente è stata sollevata alcuni giorni fa, dopo la pubblicazione di uno studio effettuato dall’Università di Edimburgo sulle reali emissioni di CO2 e di altri gas serra durante l’intero ciclo di vita dei biocarburanti. Tuttavia dal mese di agosto entrerà in vigore la direttiva Red 2009/28 che impone ai produttori italiani ed europei di certificare il biocarburante prodotto rispetto ai criteri di sostenibilità e tracciabilità del processo di produzione.
La certificazione europea, obbligatoria per accedere agli incentivi che verranno stabiliti dall’Unione, potrà dunque informare i consumatori sul reale beneficio nell’uso del biocarburante valutando le emissioni e la sostenibilità ambientale durante l’intero ciclo di vita del biocarburante: dal consumo di risorse per la coltivazione fino alle emissioni prodotte con la combustione. Non è chiaro ancora se il nostro Paese, quarto in Europa, per la produzione di biocombustibili potrà ottenere vantaggi o meno dall’entrata in vigore della certificazione. Ricordiamo che la produzione di biocarburante in Italia è stimata ad oltre 2 milioni di tonnellate e interessa un giro d’affari di circa 2 miliardi di euro. Il settore è uno dei punti chiave per il raggiungimento degli obiettivi europei per il 2020 per la produzione di energia da fonti rinnovabili e per la riduzione delle emissioni di CO2, ma attualmente non ci sono studi che possano garantire il reale beneficio ambientale dell’uso di biocarburante. Bisogna però dire che il nostro Paese è all’avanguardia nella produzione di biocarburante di nuova generazione, rispetto agli USA e agli altri Paesi dell’Unione, e già questo dovrebbe garantire all’Italia un riconoscimento di eccellenza per la produzione del carburante bio, tenendo conto ad esempio della coltivazione in suoli degradati e marginali che vengono così rivalutati, e dell’impiego di tecnologie a basso impatto per l’ambiente.
[Fonte: Il Corriere della Sera]
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