Un gruppo di ricercatori dell’Università Napier di Edimburgo ha brevettato un biocarburante di nuova generazione ottenuto con gli scarti della produzione del whisky. Grazie all’accordo con una grande distilleria del Perthshire, tra pochi mesi si potranno vedere in circolazione auto alimentate da…whisky.
Non finiscono mai di stupire le materie con cui si può produrre il biocarburante: non solo i più “comuni” olii di colza o di girasole, oppure le alghe; alcuni mesi fa è uscita una notizia secondo cui anche con il grasso degli alligatori si potrebbe ottenere del carburante ecologico. Dopo gli scarti delle aziende vinicole dell’agricoltura, oggi anche una distilleria scozzese si propone per produrre carburante biologico per le auto. La Tullibardine distillery, situata nella regione scozzese del Perthshire, ha siglato un accordo con il gruppo Celtic Renewables che si occupa di energie rinnovabili ed è legato alla Napier University di Edimburgo per produrre carburante ecologico di nuova generazione ricavato dagli scarti del di lavorazione della distillazione del whisky, ed in particolare del mosto e del malto della bevanda. Come spiega il professor Martin Tangney, fondatore dell’azienda Celtic Renewables
La partnership con la Tullibardine distillery è un passo importante nello sviluppo di un business che unisce due industrie scozzese: whisky ed energie rinnovabili. Questo progetto dimostra che l’uso innovativo delle tecnologie esistenti permette di sfruttare risorse che si trovano sull’uscio di casa con benefici per l’ambiente e l’economia.
Benefici che per l’azienda produttrice di whisky si traducono in 250.000 sterline, pari a oltre 315.000 euro, ogni anno per lo smaltimento dei rifiuti provenienti dalla lavorazione del mosto per produrre il whisky. Il nuovo biocarburante che si chiama butanolo, spiegano gli studiosi dell’Università di Edimburgo, proviene esattamente dalle sostanze che si depositano nel fondo delle vasche in cui viene messo il mosto per l’invecchiamento del whisky.
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