La Primavera è iniziata da pochi giorni, e già si traccia un primo tragico bilancio dopo la riapertura della caccia alla foca in Canada, mattanza che si ripete ciclicamente ogni anno, toccando soprattutto i cuccioli della specie per via del pregiato mantello di alto valore commerciale che li rende prede più appetibili per i cacciatori.
Un’economia come al solito senza scrupoli è alla base del bagno di sangue di un’intera specie animale, con cifre impressionanti diffuse in questi giorni dall’International Fund for Animal Welfare che parlano di 17.000 esemplari sterminati in Canada soltanto nei primi due giorni di caccia.
La mattanza ha preso il via nei giorni scorsi nell’area della Magdalen Island, per poi estendersi al territorio delle vicine Maritime Islands. Clare Sterling, che fa parte dell’IFAW Stop the Seal Hunt, è riuscita ad ottenere alcune immagini della recente strage a Charlottetown, foto che hanno fatto il giro dei blog di tutto il mondo, con l’intento di sensibilizzare e diffondere purtroppo anche quest’anno quanto accade in Canada.
Le parole della stessa Sterling invitano a riflettere sull’inutilità di questa barbarie che si perpetua da decenni:
Non sappiamo quanto siano le vittime nelle Maritime Islands, ma in tutto in Canada si parla già di 280.000 esemplari uccisi. I cacciatori le scuoiano vive, prendono solo la pelle, e si lasciano dietro le carcasse sanguinanti abbandonate.
La caccia non può essere umanizzata nè resa indolore per le foche (non diciamo sciocchezze, i cacciatori non sono animalisti), come spesso proclamano i difensori della mattanza, sbandierando cifre inferiori alle effettive uccisioni o affermando ipocritamente che i cuccioli vengano effettivamente protetti e tutelati, mosse demagogiche volte solo ad accaparrarsi le simpatie di un’opinione pubblica mondiale sempre più indignata di anno in anno. Spiega la Sterling:
Riteniamo che sia molto difficile avere una caccia “umanitaria”. Le condizioni di caccia sono molto difficili. Alcune foche cadono tra le lastre di ghiaccio e vengono uccise in acqua: hanno una morte lenta e dolorosa. Quando cadono ferite non vengono di certo recuperate. Le cifre ufficiali diffuse sulla caccia alle foche non corrispondono mai al numero effettivo di animali rimasti uccisi.
Circa un terzo del commercio di pellicce nell’Unione Europea passa per i porti britannici. Il Parlamento europeo dovrà votare tra qualche settimana la fine di questo sanguinoso business. Speriamo soltanto che lo faccia senza mezze misure e senza lasciare alcuna eccezione e nessuna scappatoia al perpetrarsi di un simile guadagno, in cui le uniche a non guadagnarci nulla sono proprio le foche del Canada, massacrate a Primavera, la stagione che è paradossalmente considerata nel mondo animale come un risveglio alla vita, ma non per tutti. Grazie, uomo.
[Fonte:www.mirror.co.uk]
[All pictures credit: IFAW/S.Cook]
piccolobruco 4 Aprile 2009 il 10:54 pm
:'(
Paolo 29 Gennaio 2010 il 11:15 am
E una vergogna..ne vah pure fiero quel lurido bas^^rdo!!!!!!!!!!!
Anonimo 10 Aprile 2010 il 6:17 pm
@ Paolo:
Nn me ne rendevo neanche conti di quanto gli uomini fossero così crudeli ma veramente gli ucciderei io stessa se fossi lì!!!e nn fa neanche niente il governo canadese e nn solo lui!!!k vergogna!!