Il bike sharing continua a volare, il boom delle biciclette condivise continua in tutto il mondo, con le metropoli che migliorano i propri servizi a due ruote e un numero sempre maggiore di cittadini che decide di servirsene. I vantaggi sono molti: dal risparmio economico al benessere fisico.
Il bike sharing secondo gli interessanti grafici stilati di recente da Treehugger ha conosciuto una vera svolta tra il 2005 e il 2006: in quel periodo è iniziata l’esplosione, non a caso anno in cui è stato lancio Velo’v in Francia, a Lione.
Interessante notare anche come la diffusione del bike sharing abbia continuato a spingere un numero sempre maggiore di cittadini a servirsene: più stazioni, più biciclette, una rete più capillare, fungono inevitabilmente da stimolo a un sistema di trasporto dalle grandi potenzialità. La stessa presenza di un numero maggiore di persone che scelgono il bike sharing contribuisce alla sua diffusione per motivi di popolarità sociale.
Ma perché il bike sharing funziona? Anzitutto, i costi sono molto bassi, specialmente se si opta per abbonamenti annuali e questo comporta risparmi su benzina o mezzi pubblici, inoltre uno dei pregi è la grande comodità di potersi muovere in centro e nelle ZTL e l’ovvia libertà propria delle due ruote. Il benessere fisico che deriva da una breve pedalata mattutina gioca a sua volta un ruolo, così come, per tutti coloro che hanno a cuore l’ambiente, la sostenibilità della bicicletta come mezzo di trasporto.
Rispetto ai mezzi pubblici, inoltre, il bike sharing permette di evitare, ove il servizio non è ottimale, lo stress connesso al sovraffollamento o ai ritardi. Come è noto purtroppo in alcune grandi città italiane tali problemi sono all’ordine del giorno, altro fattore che sta spingendo molti cittadini a optare per la bicicletta condivisa.
Fonte: Treehugger
Photo credits | Ben Schumin su Flickr