Mentre in Italia dibattiamo sulla norma Salvaciclisti, per rendere le nostre strade più sicure per le due ruote, in Cina sono già nella fase successiva. Per risolvere il problema del traffico e soprattutto quello dell’inquinamento, il Governo cinese ha deciso di favorire l’utilizzo della bicicletta. Ma siccome spesso gli spazi in quel Paese sono molto ampi e con la sola forza delle gambe non possono essere coperti da tutti, ecco che ha stabilito un piano per raggiungere le 60 milioni di biciclette elettriche entro il 2018.
Sessanta milioni! Come dire che ogni italiano ha una bicicletta elettrica in casa propria. Secondo il calcolo di Pike Research il numero delle 2 ruote elettriche potrebbe raggiungere già il prossimo anno le 45 milioni di unità, e nella migliore delle ipotesi arrivare al 2018 con addirittura 65 milioni di e-bike. E se vi sembrano numeri impossibili, basti pensare che attualmente ve ne sono circa 40 milioni.
Complessivamente le previsioni di Pike sulle vendite in Cina raggiungeranno più di 355 milioni di unità entro il 2018, con i veicoli elettrici a due ruote che in tutta l’Asia raggiungeranno più di 381 milioni di unità nel 2018.
Questi numeri ovviamente non parlano solo delle bici elettriche, ma riguardano anche gli scooter e le moto elettriche. Dunque il 93% del mercato dei veicoli elettrici a 2 ruote sarà cinese. Ecco perché per qualsiasi prodotto si guarda a quel Paese per le vendite. Peccato che la maggior parte delle bici elettriche sia proprio di produzione cinese. Ma come mai questi numeri così importanti? Il “trucco” sarà nell’abbassare i costi. Oggi si utilizzano le batterie al piombo acido, ma se queste fossero sostituite da quelle agli ioni di litio, che sono molto più convenienti economicamente, il costo di una bici elettrica potrebbe crollare, portando alla sua diffusione anche nel resto del mondo. Certo, non con questi numeri ovviamente.
[Fonte: Treehugger]
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