Migliaia di cinesi hanno optato per la bici elettrica come mezzo di trasporto, facendo registrare un vero e proprio boom di vendite nel settore.
Da sempre il vasto Paese asiatico ha detenuto il primato di regno delle due ruote (una bici ogni tre abitanti), ma negli ultimi anni la tendenza si è spostata verso le bici elettriche e gli scooters, mezzi più pratici, veloci, ideali per andare a lavoro evitando gli ingorghi e soprattutto gli affollatissimi trasporti pubblici cinesi.
I lavoratori stanchi di essere stipati come sardine sui mezzi pubblici o di pedalare anche su lunghe distanze per raggiungere il posto di lavoro, e di arrivare sudati, hanno convenuto che la migliore soluzione è proprio la bicicletta elettrica, la cui spesa è sostenibile anche da chi non può permettersi di comprare un’automobile e di coprire i costi esosi del carburante per mantenerla.
Quando piove i ciclisti cinesi si coprono con una mantella plastificata e riescono comunque a raggiungere il posto di lavoro asciutti.
Lo scorso anno sono state prodotte in Cina per il mercato interno 22 milioni di bici elettriche. Si stima che sulle strade ce ne siano circa 65 milioni.
La Cina è ancora piena di piste ciclabili, a differenza di molti altri Paesi sviluppati, anche se alcune sono state ridotte per far posto alle strade per le autovetture e gli autobus.
Anche negli Stati Uniti, in Australia, in Giappone e in numerosi altri Paesi del mondo, il governo sta incoraggiando le aziende a favorire l’acquisto di bici elettriche da parte dei dipendenti, ma l’ostacolo principale è la mancanza di piste ciclabili adeguate.
A preoccupare, inoltre, è lo smaltimento delle batterie delle bici elettriche. Anche se si stanno producendo batterie agli ioni di litio, la stragrande maggioranza delle bici elettriche in Cina si muove ancora con batterie che contengono piombo, estremamente tossico e difficile da smaltire senza provocare gravi danni all’ambiente e rischi per la salute derivanti dalla contaminazione.
[Fonte: Msnbc]
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