Se le energie rinnovabili stentano a decollare, lo si deve in alcuni casi all’ostracismo delle compagnie petrolifere le quali, non guadagnandoci nulla, non investono in questo nuovo territorio, tentando di continuare a produrre quanti più utili gli è ancora possibile. Ma siccome la spinta dell’ecologia ormai è troppo forte, anche loro si devono adeguare.
Per darsi una parvenza di ambientalismo, alcune compagnie petrolifere australiane hanno prodotto e pubblicizzato un biocarburante che potrebbe essere la soluzione nel futuro più immediato. Si tratta di una sorta di olio da frittura unito a scarti di grasso animale. Questo miscuglio è stato in grado di far muovere una moto per 20 mila km con delle emissioni bassissime, circa 71 grammi di CO2 a km. Fautore dell’impresa è stato Paul Carter, un personaggio da film australiano, in sella alla sua Betty the Biobike.
Carter è un ex operatore di piattaforme petrolifere riconvertito all’ambientalismo. Dopo essersi reso conto di quanto inquinante fosse il suo lavoro, ha cominciato a fare lo scrittore e l’attore comico, ma soprattutto ha cominciato a portare avanti imprese verdi. La migliore l’ha effettutata in occasione del World Solar Challenge, una gara che si tiene in Australia dove Università e imprese gareggiano sul miglior progetto ecologico. Carter ha gareggiato e vinto il Premio Ambiente grazie alla sua moto, ribattezzata Betty the Biobike, la quale gli ha permesso di percorrere 20 mila km ad una velocità di crociera di 95 km/h con 650 litri d’olio, inquinando molto poco.
L’impresa, sponsorizzata da alcune compagnie petrolifere, potrebbe avere un seguito in futuro, in quanto se i veicoli ad emissioni zero sono allo studio ma rimangono per ora delle utopie, se ci si mettono le compagnie petrolifere di mezzo, probabilmente questo nuovo tipo di biocarburante potrebbe essere presto immesso sul mercato. Non si eliminerà l’inquinamento, ma il fatto che le aziende più inquinanti al mondo si impegnino per diminuirlo, è già un grosso passo avanti.