Può esistere una benzina pulita? Ci hanno provato con i biocarburanti per poi fallire miseramente. Non che non fossero buoni come propulsori, ma inquinavano a volte più della benzina stessa, ed entravano in conflitto con i generi alimentari. Ci avevano provato ancor prima col diesel, per poi accorgersi che riduceva i consumi, ma la tossicità era ancora peggiore. Nonostante i vari fallimenti però la scienza non si ferma mai e forse ora è riuscita a trovare la chiave di volta con la benzina che si ricava dall’aria che respiriamo.
Può sembrare una trovata un po’ fantascientifica, ma potrebbe essere la svolta contro il riscaldamento globale e la crisi petrolifera in perfetto stile green economy. Ci sono riusciti alla Air Fuel Synthesis di Darlington, nello Stockton-on-Tees, in Inghilterra, dove hanno prodotto 5 litri di benzina incrociando aria e vapore acqueo. Come funziona lo spiega direttamente Peter Harrison in una conferenza che si è tenuta a Londra qualche giorno fa e che ha fatto da trampolino di lancio alla loro invenzione:
Abbiamo preso anidride carbonica dall’aria e idrogeno dall’acqua e li abbiamo trasformati in carburante.
Nulla di più semplice, no? Più precisamente un macchinario, che potrebbe essere installato direttamente in casa, è in grado di catturare la CO2. Poi la passa ad una sorta di serbatoio che contiene dell’acqua ed una semplice reazione chimica, stimolata dalla normale corrente elettrica domestica, crea questo fluido che è facilmente trasportabile e non è per nulla pericoloso. L’unico problema, come tutte le nuove invenzioni, sono i costi, anche perché i suoi inventori non vogliono che in società entrino capitali delle compagnie petrolifere per evitare il rischio di far fallire il progetto.
Al momento infatti catturare una tonnellata di CO2 costa 400 sterline, ma come sempre accade in questi casi, più motori saranno prodotti, e più il prezzo si abbasserà. Si spera che si possa riuscire a produrre su larga scala questi prodotti già entro il 2014, in modo da farli entrare nell’economia a pieno titolo e magari aiutarci a ripulire un po’ l’aria, senza dover rinunciare all’auto.
[Fonte: Repubblica]
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gigieffe 21 Ottobre 2012 il 2:19 pm
Il moto perpetuo, si sa, da sempre ha affascinato schiere di alchimisti, inventori fai-da-te, predicatori, giornalisti, apprendisti stregoni…
Ma la scienza (quella vera) ha da tempo dimostrato che è impossibile, qualunque cosa uno possa immaginare o inventare.
Proviamo una analisi semplificata.
E’ necessaria una premessa: vapore acqueo ed anidride carbonica costituiscono praticamente la totalità dei prodotti di combustione degli idrocarburi.
Non a tutti è noto, probabilmente perchè l’attenzione è sempre posta su altre cosette come NOx, CO, PM ecc. ma si tratta di quantità infinitesime (non per nulla si misurano in ppm, parti-per-milione) che inquinano molto ma, energeticamente parlando, non turbano il ragionamento semplificato che stiamo facendo.
Quelli della Air Fuel Synthesis dichiarano di partire da vapore acqueo ed anidride carbonica per ottenere benzina che poi sarà bruciata ottenendo di nuovo vapore acqueo ed anidride carbonica, cioè gli stessi elementi di partenza, chiudendo il ciclo.
Se quelli della Air Fuel Synthesis dovessero dichiare di ricavare energia da questo ciclo, si tratterebbe di moto perpetuo (in uno dei suoi infiniti e seducenti travestimenti) e sarebbero dei cialtroni.
Probabilmente lo sono di fatto, perchè anche se nel loro sito non fanno affermazioni scientificamente errate, hanno diffuso una notizia in modo ambiguo, ripresa poi nel modo peggiore da agenzie e giornali (che, si sa, non brillano per cultura scientifica) come “soluzione” al problema energetico.
In realtà hanno dichiarato di riuscire a sintetizzare idrocarburi (che, sono appunto fatti di IDROgeno e CARBonio) prendendo idrogeno e carbonio là dove sono largamente disponibili e ricombinandoli utilizzando ENERGIA.
Questo aspetto non banale che è riportato dalle agenzie serie, ad esempio
http://in.reuters.com/article/2012/10/19/science-petrol-idINDEE89I0C920121019
è totalmente assente sui rilanci italiani.
Quello che AFS, colpevolmente, non dice è che questa energia è maggiore (anzi, molto maggiore, almeno un ordine di grandezza, aggiungo io) di quella che sarà possibile ottenere bruciando la benzina così ottenuta.
Mettetevi il cuore in pace: il problema energetico è tuttora aperto…