Circa un mese fa Ringo Starr, uno dei due Beatles ancora viventi, sul proprio sito lanciò un appello: stop allo spreco di carta nel mondo, a cominciare dai propri fans, da cui preferiva non ricevere più lettere. Nell’annuncio, per dare un segnale forte, promise che avrebbe gettato nell’immondizia tutte le lettere che gli fossero arrivate dopo il 20 di Ottobre senza nemmeno aprirle.
E’ notizia di ieri invece che anche l’altro Beatle più famoso, Paul McCartney, si unirà all’appello lanciato dal suo ex collega, e sconsiglierà ai milioni di ammiratori sparsi in tutto il mondo di utilizzare la carta per scopi più utili di qualche lettera o per qualche autografo. Tutto è cominciato quando Ringo ha saputo che su EBay erano messi all’asta centinaia di oggettini che si dichiarava fossero suoi, compresi tantissimi autografi (di cui l’autenticità non è accertata) che avrebbero prodotto tonnellate di immondizia, uno spreco che all’ex musicista non andava giù, e che ha pensato subito di bloccare.
Accusato dai media di essere un ingrato, ha prontamente risposto:
“E’ uno spreco di carta e noi tutti dovremmo essere consapevoli della nostra impronta ecologica”
Ha le idee chiare il nostro Ringo, che ha sciorinato anche dei dati come se fosse un ambientalista consumato: oltre 330 chili di carta all’anno vengono gettati dall’americano medio, i quali vanno a comporre da soli il 40% dell’immondizia totale, ed è per questo che lui non ha nessuna intenzione di essere responsabile di questo scempio, e quindi se ne tira fuori. Un gesto che si spera sia servito da modello per molte altre star, le quali sono talmente abituate a ricevere lettere dai fans da non aprirle nemmeno, e non preoccuparsi di dove esse vadano a finire.
Un primo risultato l’ha ottenuto comunque Ringo Starr, ricongiungendosi con Paul McCartney, non per un concerto, ma almeno nella lotta agli sprechi, dato che anche il baronetto ha aderito all’iniziativa, e non vuole più ricevere lettere dai suoi ammiratori. Chissà che adesso non preparino anche uno spettacolo in favore dell’ecologia, dai Beatles c’è da aspettarsi anche questo.
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