Mentre i grandi della Terra litigano sull’entità della cifra da stanziare per aiutare i Paesi in via di sviluppo ad affrontare i cambiamenti climatici, la Banca Mondiale ha annunciato che 5,5 miliardi di dollari saranno investiti in progetti di energia solare concentrata in cinque paesi del Medio Oriente e Nord-Africa (Algeria, Egitto, Giordania, Marocco e Tunisia), che ha un senso molto più che investire in progetti di energia solare nella nuvolosa Germania, o nei Paesi del Nord che di sole ne hanno ben poco.
Il Clean Technology Fund della Banca Mondiale ha già stanziato 750 milioni di dollari, e questo finanziamento servirà per “mobilitare un ulteriore 4,85 miliardi di dollari provenienti da altre fonti”. In una dichiarazione alla stampa, il rappresentante della Banca mondiale ha spiegato:
La proposta della diffusione su scala dei gigawatt di 11 centrali elettriche di scala commerciale nell’arco di tre-cinque anni potrebbe fornire la massa critica di investimenti necessari per attrarre un significativo interesse del settore privato, far beneficiare le economie di scala per ridurre i costi, con il risultato dell’apprendimento in condizioni operative diverse, e gestione dei rischi.
Andare dove c’è il sole sembra una cosa ovvia, ma è considerato un “senso nuovo” delle politiche energetiche su ampia scala. Ma ciò che importa di più è che questa iniziativa contribuirà a togliere gli altri ostacoli che bloccano l’enorme potenziale del solare della regione. Questi ostacoli sono quelli che le zone povere del mondo hanno sempre avuto, e cioè una mancanza di percezione del rischio, mancanza di coerenza nel Business Plan ed un mancato riconoscimento del diritto al lavoro.
Se i progetti otterranno buoni risultati, potrebbero certamente aiutare a far crescere quest’economia e ad estirpare, una volta per tutte, questi tre fardelli. La sfida più grande sarà la creazione di linee di trasmissione per l’Europa. In un primo momento, l’energia elettrica prodotta sarà probabilmente utilizzata a livello locale, ma l’obiettivo dovrebbe comunque essere quello di sostituire le fonti sporche europee, oltre che fornire elettricità a quelle popolazioni che ancora oggi basano la loro piccola economia sul carbone.
Fonte: [Treehugger]
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