Dopo le mante nelle acque della Calabria, lo squalo a Capraia ora è il turno delle balenottere di finire nell’occhio di chi in questa calda estate guarda il mare ed i suoi abitanti. Le balenottere sono state avvistate nello Stretto di Bonifacio, in un’area che si trova all’interno del Santuario Pelagos, tanto protetta quanto ahinoi trafficata tanto che è stata da sempre al centro di polemiche tra gli animalisti e le autorità, in conflitto sul transito continuo di navi, da garantire a tutela del commercio o da privare o comunque arginare a vantaggio dei cetacei.
Il monitoraggio era partito a giugno da parte dell’Accademia del Leviatano e del BDRI (Bottlenose Dolphin Research Institute) ed aveva dato come risultato finora solo l’avvistamento di tursiopi ovvero delfini costieri.
L’area è un'”Area Marina Particolarmente Sensibile” su volere dell’International Maritime Organization e grazie all’impegno dei Ministeri dell’Ambiente di Francia ed Italia.
Come ci spiega il dottor Luca Marini, responsabile scientifico dell’Accademia del Leviatano:
Grazie alla collaborazione al network di diversi enti si può avere una visione simultanea della presenza dei cetacei dal Mar Ligure allo Ionio; l’utilizzo di traghetti di linea, che offrono il passaggio gratuito ai ricercatori, permette poi di avere informazioni a basso costo. Dai risultati ottenuti dagli ultimi anni, ad esempio, è confermata la presenza di aree ad alta frequenza di balenottere al di fuori del Santuario Pelagos. In questo contesto, il monitoraggio sistematico dello Stretto di Bonifacio ci permette di avere informazioni sia sulla migrazione della balenottera nel Mediterraneo sia la relazione con il traffico marittimo. Le informazioni così ottenute sono preziose per mettere in atto misure di conservazione di questo grande cetaceo protetto da leggi nazionali ed internazionali. Speriamo presto, aggiunge il dott. Marini, che qualche compagnia di traghetti o navi sia disposta a collaborare al progetto aiutandoci così a ridurre i costi della ricerca anche nell’area Stretto così come già avviene sulle altre rotte grazie all’accordo con diverse compagnie di traghetti.
Ad ospitare a bordo i ricercatori al momento sono la Corsica-Sardinia Ferries e la Grimaldi Lines.
Commenti (1)