La motivazione non è certo ambientale o etica, ma quel che conta è il risultato e in questo caso sarà il medesimo: le balenottere dell’Islanda, grandi mammiferi marini a rischio estinzione, potrebbero non essere cacciate per il 2012. Il motivo reale? il governo non ha rinnovato la deduzione fiscale prevista per i cacciatori dei grandi cetacei che non potranno essere rimborsati per i lunghi periodi trascorsi in mare.
Molti dei pescatori che non potranno essere rimborsati per i periodi passati in mare e per questo potrebbero abbandonare l’attività, almeno per il 2012. A dare la notizia sono i media locali che informano anche della decisione presa da Kristjan Loftsson, uno dei principali imprenditori del settore: lui quest’anno si dedicherà solo alla caccia alla balenottera minore, e fermerà l’attività per le balene comuni, quelle che rischiano l’estinzione. Le sue baleniere solo nel 2010 hanno catturato 148 esemplari di balenottere comuni, mentre lo scorso anno a causa dello tsunami in Giappone, la caccia alle balene è stata sospesa così come l’economia dell’unico importatore. Se da un lato l’economia islandese risentirà molto del mancato rinnovo delle deduzioni fiscali, dall’altro gli ambientalisti islandesi esultano per i prossimi 12 mesi. Come racconta Robbie Marslands, direttore dell’International Found for animal welfare (Ifaw)
Siamo felici di sentire che non ci saranno più balenottere inutilmente macellate in Islanda e che Loftsson ha capito che questa industria datata è antieconomica.
Industria che tuttavia continua a fruttare moltissimo, visto che Islanda e Norvegia continuano a praticarla per scopi commerciali, nonostante la moratoria mondiale e le continue lotte di attivisti ed ambientalisti di tutto il mondo, come il capitano canadese Paul Watson che della lotta alla caccia alle balene e agli squali ha fatto la sua causa. La caccia alla balena per l’Islanda potrebbe causare persino il rifiuto dell’Unione europea di entrare a far parte della Comunità, in quanto in Europa la caccia ai grandi cetacei è vietata, ma si promuove invece il whale watching, l’avvistamento turistico dei grandi mammiferi del mare.
[Fonte: Ansa]
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