Una balena di 17 metri per due tonnellate e mezzo è morta nei giorni scorsi al largo delle coste toscane, vicino Cecina, in provincia di Livorno. Il cetaceo è morto già qualche giorno fa, ma ieri la sua carcassa si è spiaggiata, trasportata dalle onde, sulle coste di Rosigliano. Lo avevano avvistato già alcuni pescatori quando ancora era al largo, proprio come avevano avvistato la carcassa di un delfino morto nella stessa zona. Ma quale può essere la causa di tutte queste morti?
A dir la verità, anche se questi due animali sono morti a distanza ravvicinata, purtroppo non sono gli unici. Negli ultimi mesi i delfini morti sono stati all’incirca un centinaio, e secondo gli esperti ad ucciderli sarebbe stata una forma molto aggressiva di morbillo. Secondo Greenpeace invece il motivo è un altro, ed è confermato dal fatto che ora a lasciarci la vita è stato anche un altro animale che è molto diverso dal delfino. Il problema è l’inquinamento.
Gli ambientalisti infatti denunciano che proprio al largo delle coste toscane circa un anno fa la nave Grimaldi perse 140 fusti contenenti materiale tossico, nonostante stesse attraversando il Santuario dei Cetacei, una zona che (teoricamente) dovrebbe essere protetta. Secondo gli esperti di Greenpeace il motivo di tutte queste morti non è da ricercarsi nel morbillo dunque, ma nelle conseguenze del respirare tutti i giorni questo genere di sostanze chimiche che, alla lunga, hanno soffocato e ucciso sia i delfini che la balena.
La certezza piena la avremo solo tra qualche giorno quando i biologi marini delle università e degli istituti di Padova, Pisa e Siena termineranno le loro analisi, certo è che bisognerà capire come evitare che un inquinamento del genere si possa creare, e prendere provvedimenti prima che qualcun’altro, animale o essere umano che sia, possa farsi davvero male.
[Fonte: Corriere della Sera]
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