Il primo a parlarne in Italia tanti anni fa fu Beppe Grillo quando, in uno dei suoi spettacoli, anticipò l’esistenza di un prototipo di motore in grado di far muovere un’automobile utilizzando come combustibile l’acqua. Poi, come molte scoperte scientificamente importanti, ma che non piacciono alle lobby del petrolio, è scomparsa.
Oggi la ritira fuori dal cassetto Tata, il colosso indiano delle automobili tra i primi ad inserire sul mercato l’auto elettrica e divenuto famoso per produrre auto efficienti a basso costo. Ora Ratan Tata, il proprietario dell’azienda, ha annunciato di aver investito 15 milioni di dollari solo per la fase iniziale di start-up di un progetto del professor Daniel Nocera del MIT, il quale pare sia pronto a sviluppare il primo motore per automobili alimentato ad acqua.
A riferirlo è il quotidiano Times of India che ha annunciato il principio su cui si basa questo nuovo motore, in grado di scindere ossigeno e idrogeno, le componenti dell’acqua, in modo da alimentare un’automobile emettendo soltanto vapore acqueo. Il principio non si discosta tanto da quello del motore ad idrogeno, ma ha in più il merito di utilizzare un processo molto più rapido ed economico. Esso infatti immagazzina l’idrogeno in forma compressa direttamente all’interno dell’auto, in modo da bypassare il problema dei distributori di idrogeno molto più delicati e difficili da installare in una rete simile a quella degli attuali carburanti. In pratica il pieno si farà con una tanica d’acqua.
Solo Tata poteva esserci dietro tale invenzione, visto che da sempre il colosso indiano è alla ricerca dell’auto pulita per eccellenza, dunque ancora più ecologica di quelle alimentate dai biocarburanti, e così in passato aveva tentato anche con l’auto ad aria compressa, ma pare che non abbia avuto molta fortuna. Questa novità invece potrebbe cambiare la storia. Di certo un ottimo modo per iniziare il 2011 che l’Onu ha proclamato come l’Anno della Chimica.
ROMANO 8 Marzo 2011 il 11:17 am
OTTIMA NOTIZIA,CONFIDO NELLA RICERCA,E SPERIAMO IN BENE ALMENO PER I NOSTRI FIGLI E NIPOTI.