Abbiamo deciso di studiare una collaborazione con il ministero dell’Ambiente e il governo sulla motorizzazione e la componentistica per affrontare la sfida ambientale del settore auto.
Con queste parole il ministro dell’Ambiente Corrado Clini ha annunciato, dopo un incontro con i vertici Fiat a Pomigliano, una collaborazione con il gruppo per la produzione di auto ecologiche. Ma la decisione fa molto discutere, vediamo perché.
L’accordo con il ministero dell’Ambiente potrebbe essere davvero decisivo per una svolta green per il gruppo Fiat che continua a produrre auto a basso impatto ambientale ma non del tutto ecologiche? Tuttavia in questo periodo di crisi, la Green economy e gli investimenti nell’ecologia offrono una marcia in più alle aziende per rilanciare l’economia e rimettersi in gioco con prodotti innovativi e sempre più attenti alle richieste di una clientela sempre più esigente. Il ministero dell’Ambiente in questo periodo sta sostenendo molto le piccole e grandi imprese che vogliono rinnovarsi, esportando anche all’estero un Made in Italy nuovo e green che rispetti la tradizione ma anche l’ambiente. In questo senso gli accordi con le case di moda per una certificazione verde dei prodotti garantiti ma a basso impatto ambientale, va a collegarsi con la collaborazione proposta per Fiat.
Ricordiamo tuttavia che il mese scorso lo stesso Clini aveva accusato il marchio di aver ricevuto fondi dal ministero per una svolta green nel settore auto che poi non si era verificata, ma il denaro era stato incassato. L’amministratore delegato Fiat, Sergio Marchionne, aveva risposto che l’azienda vantava il primato in Europa per produrre le auto con le più basse emissioni di CO2. Con nuovi investimenti nel settore auto ecologiche, Fiat Industrial potrebbe in realtà riscattare la proposta di fusione con CNH (Case Neew Holland) che porterebbe i veicoli Fiat fuori dall’Italia.
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