Ieri Napoli, oggi Palermo, domani l’Italia. I fenomeni dell’immondizia per le strade e delle discariche stracolme fino al punto di esplodere si sta espandendo a macchia d’olio in tutta la nazione. Secondo Assoambiente, non manca molto al punto di saturazione delle discariche di molte città, ed entro i prossimi 24 mesi o poco più, le situazioni viste in questi giorni potranno ripetersi dappertutto.
Secondo la relazione dell’associazione che riunisce oltre 130 imprese per i servizi ambientali, il sistema dello smaltimento dei rifiuti italiano è molto vecchio, ormai passato. Prevede una percentuale di raccolta differenziata molto bassa, e spesso anche non sfruttata, sperando di riuscire a risolvere il problema con l’accumulo dell’immondizia in discarica che, a forza di cose, prima o poi si riempirà. E siccome molte discariche sono già vicine al colmo, le conseguenze saranno due: o sforare i limiti di legge (ed in Italia non sarebbe una novità), o chiuderle e finire con l’immondizia per le strade.
Assoambiente, anche a costo di passare per catastrofista, avvisa che qualsiasi contromisura si voglia adottare, anche se presa oggi, sarà inefficace perché ormai ci stiamo muovendo troppo tardi. Per stabilire un piano di riciclo unico, che riguardi tutti i comuni e che metta veramente in circolo il materiale riciclato, ci vogliono circa 4 anni. Se si comincia subito, l’Italia ha una piccola speranza, e cioè uscire dalla “crisi dell’immondizia” poco dopo esserci entrata. Se invece non si fa nulla, non ne usciremo mai.
Il problema vero del nostro Paese è che ogni comune fa come vuole. Nonostante ci siano alcuni comuni molto “ecologici”, i quali prevedono un buon sistema di riciclaggio, magari con il porta a porta che si sta rivelando il metodo migliore, ancora la stragrande maggioranza di città e paesi non lo prevedono, rifugiandosi sempre nelle solite discariche ed inceneritori cancerogeni. Fondamentale infine è il ruolo dello Stato nel favorire lo sbocco sul mercato dei materiali riciclati.
A causa della crisi infatti le tante nascenti imprese che si occupavano di riciclare i materiali di scarto hanno subìto, come tutti, un duro colpo. Ma siccome in questo momento, a differenza delle altre, esse forniscono un servizio alla collettività, devono essere aiutate a sopravvivere. Se tutte queste contromisure saranno prese in tempo, le previsioni sono di un periodo di semi-catastrofe, da cui però l’Italia ne uscirà più pulita di prima.
Fonte: [Repubblica]
Aldo Cannavò 24 Febbraio 2010 il 12:23 pm
La soluzione definitiva dello smaltimento dei r.s.u.,esiste, ma i poteri forti hanno interesse a continuare con le discariche e gli inceneritori,senza considerare il grave danno che subiscono così i cittadini,vittime per l’eccessivo carico economico,le malattie e morti conseguenti e la distruzione del loro ambiente.
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