Il sito di Science Daily riporta un nuovo allarmante distaccamento di ghiaccio dalle coste della Groenlandia: si tratta di un iceberg grande all’incirca quanto Manhattan. E ora si torna a discutere dell’influenza del riscaldamento globale sulla frammentazione dei depositi di ghiaccio nell’Artico.
Sono passati due anni dal distaccamento di un lastrone gigantesco di circa 250 km quadrati dall’Artico e oggi un nuovo iceberg, staccatosi dal ghiacciaio di Petermann nel nord ovest della Groenlandia (ghiacciaio che sbocca nello Stretto di Nares), torna ad attirare l’attenzione non solo degli scienziati ma anche dei media. Questa volta le dimensioni del blocco di ghiaccio sono più contenute (circa la metà del lastrone precedente) ma sempre, assolutamente notevoli: 120 km quadrati di ghiaccio, una superficie pari a quella di Manhattan. Le rilevazioni che hanno rivelato il fenomeno, come anche quelle di due anni fa, sono state effettuate dai satelliti della NASA.
L’evento testimonia il costante arretramento del fronte dei ghiacciai nella regione dell’Oceano Artico. Tuttavia, riguardo all’annosa questione delle cause, gli scienziati continuano a dividersi. Se infatti è vero che la temperatura dell’aria nella zona ha conosciuto un aumento pari a 0.11 gradi centigradi dal 1987 ai nostri giorni (un incremento che si calcola essere cinque volte quello registrato in media sul resto del pianeta), continuano a mancare le prove di un’influenza diretta dell’aumento delle temperature dell’aria con la frammentazione dei ghiacciai artici. La temperatura dell’acqua gioca infatti un ruolo assai più rilevante in questa zona del pianeta, e di questa non esistono rilevazioni di dati sufficienti a dimostrare aumenti della temperatura particolarmente rilevanti.
Nonostante questo una cosa è certa, al di là dell’influenza del riscaldamento globale: il fronte dei ghiacciai artici sta continuando ad arretrare, come dimostra questo nuovo gigantesco lastrone di ghiaccio, distaccatosi ad appena due anni dal precedente (e ancora più grosso) iceberg.
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