Chi ha detto che la spazzatura è destinata ad andare in discarica? Oggi tutto fa tendenze e tutto può trasformarsi in arte, anche i rifiuti. Dopo l’esperienza di Vik Muniz che ha realizzato opere artistiche nella discarica più grande del mondo, un’altra idea per rivalutare i rifiuti e il riciclaggio è venuta al grande architetto Renzo Piano.
Ognuno di noi produce in media 550 chili di spazzatura ogni anno. A Genova la media è poco più alta, con 650 kg pro capite. Per questo la città ligure ospiterà il museo dedicato al riciclo e al riutilizzo creativo dei rifiuti, il Museo Rumenta. Sarà un museo laboratorio, il primo in Italia, un punto di ricerca. Non a caso sarà ospitato all’interno del complesso dei Magazzini dell’Abbondanza, costruito nell’area portuale di Genova durante la Repubblica per accogliere e immagazzinare i beni in eccesso nei periodi di abbondanza, merci e generi alimentari da distribuire alla popolazione durante le carestie. Il compito di gestire i magazzini era affidato al Magistrato dell’Abbondanza, nato nel 1565. Dunque un doppio valore simbolico: se prima i magazzini erano necessari nella civiltà del risparmio, oggi sono superflui nell’epoca del consumismo e dello spreco.
Renzo Piano ha avuto questa illuminazione durante lo scandalo dei rifiuti a Napoli e subito la sua idea è stata accolta dal sindaco di Genova Marta Vincenzi e dall’assessore all’Educazione ambientale Pinuccia Montanari
Tanto per confermare che a Genova non si butta via nulla. E’ un modo di riflettere sulla dimensione antropologica dei rifiuti come espressione della società dei consumi per mettere in evidenza le contraddizioni del nostro stile di vita.
La realizzazione del Museo Rumenta, curato da Mario Santi, urbanista ed esperto di gestione dei rifiuti, avverrà nei prossimi mesi di giugno-novembre, per inaugurare il complesso in occasione del Festival della Scienza. Il museo sarà strutturato in quattro livelli, al primo vi sarà un laboratorio che illustrerà la storia del rifiuto, una sorta di narrazione teatrale-educativa. Si è già fatto il nome del genovese Marco Crozza, di Marco Paolini e Roberto Saviano, che di rifiuti se n’intende! Nel secondo livello ci sarà un’esposizione permanente di sculture e oggetti d’arte realizzati coi rifiuti, per i quali saranno banditi concorsi di idee. Il terzo livello sarà dedicato al riciclo della carta, del vetro, della plastica e del secco. Nel quarto livello si parlerà di Green economy e di educazione ambientale. Come spiega Guido Viale, economista e membro del comitato tecnico-Scientifico dell’Agenzia nazionale per la protezione dell’ambiente:
Il museo dovrà documentare il rapporto che nel corso della storia l’uomo ha avuto con i suoi rifiuti, ma avrà anche un aspetto propositivo, laboratorio per presentare soluzioni odierne e soprattutto nuove prospettive, idee che potranno essere sviluppate. Sarà un centro di pensiero, di elaborazione. Lo slogan sarà proprio qui non si butta via niente.
[Fonte: La Stampa]