Il digitale terrestre sta arrivando nelle nostre case. Da oggi in alcune Regioni d’Italia è l’unico modo per ricevere il segnale televisivo (a parte la tv via cavo), e lo diventerà per tutte le altre nei prossimi mesi, fino alla conversione al segnale digitale totale entro il 2012. Insieme a questa rivoluzione, aumentano però i potenziali rischi di un aumento di sostanze tossiche e rifiuti causati dal fatto che i vecchi televisori non sono compatibili con il digitale terrestre, e finiscono nelle discariche (quando non ai lati delle strade).
Negli Stati Uniti, la patria del riciclo, in cui il passaggio totale al digitale sta avvenendo in questi giorni, arrivano i primi dati del riciclaggio dei vecchi televisori, e non c’è da stare allegri. Finora infatti solo circa il 18% dei 23,9 milioni di televisori tossici gettati nel 2008 è stato riciclato. Il dato allarmante è che lì il riciclaggio funziona, mentre da noi, soprattutto per oggetti di questo tipo, è ancora all’Età della Pietra
Per evitare che un tale o peggiore rischio accada anche nel nostro Paese, due cose devono accadere. Immediatamente, l’industria elettronica deve prendere l’iniziativa volontaria e far rispettare i regolamenti esistenti. In particolare fare come succede già con alcune aziende di elettrodomestici che “rottamano” gratuitamente il vecchio prodotto.
La seconda cosa che deve avvenire è che le persone che si vogliono disfare del proprio televisore, debbano portarlo in un centro di riciclo e non lo gettino al lato del cassonetto. Contattando l’azienda municipalizzata del proprio comune che si occupa di rifiuti, dovreste conoscere qual è il centro di riciclaggio più vicino a casa vostra.
I monitor di computer più vecchi e le TV a tubo catodico contengono in media 2 chili e mezzo di piombo e richiedono un trattamento speciale per lo smaltimento. Questi elementi sono spesso pieni di sostanze tossiche e cancerogene come il cromo, il cadmio, il mercurio, il berillio, nichel, zinco e ritardanti di fiamma bromurati. Quando questi prodotti non sono smaltiti o riciclati correttamente, essi rappresentano una minaccia per la salute pubblica e l’ambiente. Inoltre, la riduzione e il riciclaggio delle materie prime in molti casi conserva le risorse naturali e riduce l’inquinamento atmosferico e idrico.
diero 14 Giugno 2009 il 9:49 am
“Stati Uniti la patria del riciclo” ???ma su quali dati??è in senso ironico??
Forse si riferisce alla California o a recentissimi dati su New York???
Un americano produce in media di 7 kg di rifiuti al giorno (l’ iItaliano 1kg)… io chiamerei gli USA la patria dell’ usaegetta o del consumismo.
Se per Lei si puo definire “la patria del riciclo” solo per i nuovi programmi elettorali di Obama “rifiutizero”, allora l’ italia è la patria del nucleare e dell’ alta velocità.
Se vuole proporre un modello di stato vicino alla sostenibilità, io proporrei la Svezia o la Germania.. mai gli Stati Uniti.
Marco Mancini 14 Giugno 2009 il 11:07 am
gli stati uniti sono il paese che ha il più grande sistema di riciclaggio al mondo. Si, è vero che producono anche tanti rifiuti, ma considerando che sono i primi al mondo nel riciclo di prodotti elettronici (il tema dell’articolo), di certo si possono considerare come esempio.
Poi è chiaro che se vogliamo controllare il livello delle discariche e della pulizia, il Nord Europa è molto più efficiente, ma non dimentichiamoci che l’idea del riciclaggio nasce proprio da lì
piero 5 Gennaio 2010 il 2:24 am
Ma che li buttate a fare??? Non avete sentito che c’è un modo di vedere il digitale terrestre gratis, senza decoder, anche sui vecchi televisori? Guardate qua! http://www.youtube.com/watch?v=5uWTjxj6sXU