“Qualsiasi sostanza od oggetto di cui il detentore si disfi o abbia deciso o abbia l’obbligo di disfarsi“. E’ questa la definizione di rifiuto che da’ il testo della nuova direttiva quadro sui rifiuti approvata, nella versione finale, il 20 ottobre scorso dal Consiglio Europeo. La direttiva, che abroga la 2006/12/Ce sui rifiuti, la 91/689/Cee sui rifiuti pericolosi e la 75/439/Cee sull’eliminazione degli oli usati, contiene tutta una serie di misure sulla gestione dei rifiuti a tutela dell’ambiente e della salute umana. Il testo della direttiva definisce, innanzitutto, alcuni concetti basilari come quelli di rifiuto, smaltimento e recupero.
Al centro del provvedimento del Consiglio europeo c’è la riduzione della produzione dei rifiuti, incentivando la raccolta differenziata, con il ricorso a regimi di raccolta differenziata entro il 2015 stabilito per legge e il riutilizzo e il riciclaggio dei rifiuti, alzandone la quota del 50% entro il 2020. Secondo la nuova direttiva, la migliore soluzione ecosostenibile consiste nell’evitare di produrre i rifiuti attraverso il riutilizzo e il riciclaggio che vengono preferiti anche alla valorizzazione energetica dei rifiuti. Stabilite misure per una migliore gestione dei rifiuti e una lista delle priorità che stabilisce come al primo posto nelle scelte dei cittadini debba esserci la prevenzione, evitare cioè che un prodotto si trasformi in rifiuto attraverso, ad esempio, il riutilizzo. Segue il riciclaggio che consiste nel recuperare e trattare i rifiuti per ottenere nuovi prodotti. Solo alla fine della lista compare lo smaltimento in discarica dei rifiuti. La nuova direttiva quadro stabilisce che, entro il 2015, i governi degli Stati menbri dovranno applicare la raccolta differenziata almeno per la carta, la plastica, il vetro e il metallo. Ogni tre anni, inoltre, gli Stati membri dovranno consegnare una relazione per illustrare gli obiettivi raggiunti e le misure adottate per portare a termine quelli non raggiunti. A vigilare sul corretto adempimento degli obblighi sarà la Commissione che si avvarrà anche di norme relative alle autorizzazioni, responsabilita’, sanzioni e ispezione degli impianti.
L’entrata in vigore della direttiva quadro scatterà venti giorni dopo la pubblicazione del testo in GUCE e gli Stati Membri avranno due anni di tempo per applicarla correttamente.
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